Il disagio di (ex) eroi mandati all'inferno

La seconda ondata della pandemia. Cosa sta accadendo in questo Paese?
La Terapia intensiva del Civile - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
La Terapia intensiva del Civile - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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C’è chi insegue le ambulanze a sirene spiegate perché ritenute strumenti mobili di un grande complotto, chi aggredisce gli infermieri nei corridoi degli ospedali e chi replica con disprezzo alle diagnosi scientifiche. L’anello oggi più importante della nostra catena è in pericolo e forse in pochi fuori dagli ospedali se ne sono accorti davvero.

Cosa sta accadendo in questo Paese? Nel più italico dei cliché, il sentimento muta con uno schiocco di dita. E assolutizza tutto: persone, professionisti, categorie professionali, persino la realtà circostante. Tra le tante rivelazioni offerte dall’epidemia, ricorre una delle più remote: siamo un Paese senza memoria, l’unico che riesce a passare dal romantico entusiasmo («i nostri angeli», «gli eroi») alla violenza, alla rabbia, al turbamento. Ma la schizofrenia sociale ha degli effetti che bruciano la pelle.

Così il mantra «prima eravamo eroi, ora carne da macello» si diffonde a macchia d’olio da Nord a Sud. E nelle scorse ore l’inno del malcontento è arrivato anche a Brescia in una due-giorni inedita. Prima gli ex eroi hanno riempito coi loro corpi silenziosi l’ingresso del Civile, poi altri hanno protestato davanti all’ospedale. Ma l’iconografia della protesta è solo un contorno. Sono i segni gravi di un disagio che nel discreto cosmo della sanità bresciana non si erano mai visti. Sarà che ora anche l’ospedale ha i suoi braccianti.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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