Il cuore del «Gnaro» Mondinelli torna a battere a quota ottomila

Silvio Mondinelli vuole risalire sul Makalu. La sua è una carriera vissuta tra vette e solidarietà
Silvio «Gnaro» Mondinelli nel 2007 sul Broad Peak - © www.giornaledibrescia.it
Silvio «Gnaro» Mondinelli nel 2007 sul Broad Peak - © www.giornaledibrescia.it
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Al cuore non si comanda. E se il battito accelera quando si pensa alle cime più alte del mondo è ancora lì che si deve tornare. Silvio «Gnaro» Mondinelli conosce bene il vecchio adagio. Così, nonostante abbia scalato tutti i colossi dell’Himalaya e del Karakorum, è di nuovo impegnato in queste settimane per raggiungere la vetta del Makalu, 8643 metri, quinta vetta più alta al mondo.

Mondinelli è conosciuto a livello internazionale come uno degli alpinisti più forti della storia, capace di arrivare sulla vetta di tutti i 14 ottomila senza fare uso di ossigeno supplementare, secondo italiano nella storia dopo un tal Reinhold Messner, sesto uomo al mondo.

Il suo amore per le montagne si è manifestato presto e, dai rilievi della Valle Trompia, ha trovato come primo terreno d’azione impegnativo Alpi, al quale si sono accompagnati l’ingresso nella Guardia di Finanza, l’iter formativo per diventare guida alpina, le spedizioni sulle vette del Sud e del Nord America. Le avventure himalayane del Gnaro hanno avuto inizio con la scalata del Manaslu nel 1993, e sono proseguite di tappa in tappa per quattordici anni fino al 12 luglio 2007, quando con il Broad Peak ha chiuso la particolare collezione.

Sono trascorsi vent’anni dalla spedizione vincente al Makalu del 2002, che fu il nono ottomila della sua lista. È una montagna difficile, una piramide imponente sul confine tra Nepal e Cina, in posizione isolata e per questo sferzata dai forti venti dell’Himalaya.

Perché ripartire quindi? Con quali motivazioni alla soglia dei 64 anni da compiere il 24 giugno? «Vado per vedere fin dove arrivo - ha dichiarato Mondinelli alla partenza - come la prima volta». Un misto di curiosità e voglia di raccogliere una nuova sfida quindi, ma c’è dell’altro.

La scelta del Makalu è avvenuta anche in virtù del rapporto con un amico svizzero che realizza, con l’Associazione «Mani per il Nepal», progetti di sostegno alle popolazioni in ambito sociale, lavorativo e scolastico. La generosità del Gnaro» del resto è un fattori che ha sempre caratterizzato il suo percorso umano e alpinistico. Ne sono testimonianza l’impegno per la realizzazione di una scuola a Namche Bazar, e per un ospedale sulla strada che collega Kathmandu a Pochara.

Altrettanto rilevanti i numerosi salvataggi di alpinisti compiuti da Mondinelli nei severi e pericolosi ambienti dell’alta quota, per i quali ha ricevuto, nel settembre scorso, il premio internazionale della «Targa d'Argento» che riconosce il coraggio e l’altruismo dei soccorritori in montagna. E anche a questo grande cuore vuole continuare a dare retta.

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