Il Club Azzurri dice no alle antenne 5G: «Non le vogliamo»

La proprietà: «I due tralicci esistenti sono datati, non daremo l’ok ai ripetitori»
Un'antenna 5 G (simbolica) - © www.giornaledibrescia.it
Un'antenna 5 G (simbolica) - © www.giornaledibrescia.it
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Le pratiche avviate dalle società che gestiscono le reti sono due: la prima ha già incassato tutti i placet necessari da Arpa e Comune, la seconda è ancora in sospeso. Ma poco importa. Perché a bocciare l’operazione alle origini, stavolta, è direttamente il «padrone di casa», che non ha alcuna intenzione di ospitare antenne 5G. Neppure una. Il padrone di casa si chiama Club Azzurri, la società sportiva incastonata nel cuore verde di Mompiano alle prese con un progetto di riqualificazione a tutto campo che vede come fili conduttori - declinati in differenti ambiti - la sostenilità e la visione green. Proprio per questo, i proprietari sono decisi a dichiarare battaglia all’installazione dei ripetitori che, nell’ultimo periodo, stanno calcando la scena dei dibattiti pubblici, tra malcontenti e preoccupazioni.

A chiedere chiarezza sono stati in prima istanza alcuni residenti, preoccupati che all’interno degli spazi del Club potessero comparire le nuove antenne. «I due tralicci che si vedono all’interno della nostra area - spiega il presidente, Davide Frugoni - risalgono ad anni fa. Nel frattempo abbiamo sistemato le luci puntando sul risparmio energetico ed eliminando tutti i tralicci che ci è stato possibile togliere». Perché quei tralicci non si possono eliminare? Perché c’è sì un contratto - che risale al 2014 - ma «assolutamente non per il 5G». Anzi. «Proprio per essere chiari, abbiamo inviato una diffida alla società, perché non può violare il contratto, accordo nel quale non si parla della nuova tecnologia. Non permetteremo nel modo più assoluto alcun lavoro di apliamento che riguardi i ripetitori».

Una lettera, quella degli avvocati del Club, che è stata trasmessa - per conoscenza - anche alla Loggia. Questo perché, come si diceva, sono due le pratiche che puntano a trasformare le due antenne esistenti in ripetitori 5G. Quella della Iliad, in particolare, è passata sul tavolo del Suap - dove ha avviato la Scia - il 27 dicembre, dopo aver incassato il parere favorevole dell’Arpa accompagnato dall’analisi del campo elettromagnetico. «Nessuno - precisa Frugoni - ci ha avvisati nè chiesto nulla. Di conseguenza non consentiremo ad alcun tecnico di installare l’impianto in casa nostra». Legali in campo, partita chiusa.NURI

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