Il caso delle tombe dei bimbi mai nati va verso l’archiviazione

Le indagini avrebbero raccolto più smentite che conferme dell'accusa: tutto sarebbe stato fatto nei termini imposti dalle norme
L'area posta sotto sequestro al Vantiniano - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
L'area posta sotto sequestro al Vantiniano - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Ieri il dissequestro dell’area al Vantiniano. Domani la probabile richiesta di archiviazione. Prende corpo l’ipotesi che il caso sorto attorno all’esumazione, avvenuta nell’autunno del 2021, di diverse tombe dei «bimbi mai nati», sepolti al cimitero Vantiniano tra il 2008 e il 2016, non avrà mai un seguito processuale.

Le indagini disposte dal pm Antonio Bassolino, che all’inizio della scorsa primavera aveva aperto un fascicolo per una serie di reati contro la pietà dei defunti e iscritto nel registro degli indagati due funzionarie del settore servizi cimiteriali del Comune di Brescia, avrebbero raccolto più smentite che conferme circa l’ipotesi accusatoria.

Secondo l’accusa originaria le due dirigenti del Comune avrebbero «dato l’ordine di rastrellare i sepolcri con ogni probabilità mediante l’uso di escavatori», l’avrebbero dato «per molte salme anteriormente al termine decennale previsto» e per un numero di tombe, 2.500 nel complesso, «in evidente contrasto con il fabbisogno pianificato corrispondente a 164 tombe per il biennio 2021/2022». Almeno inizialmente, secondo la Procura, le operazioni avvenivano senza che ne fosse stata data «adeguata pubblicità men che mai attraverso la pubblicazione sul portale del Comune di Brescia o con l’apposizione dei bollini gialli o con l’indicazione dei nominativi interessati sugli avvisi come era avvenuto negli anni precedenti».

Con riferimento a quest’ultimo profilo, nel corso delle indagini, gli inquirenti avrebbero trovato più di un’indicazione di segno opposto. Sarebbero nel complesso di più le persone che trovarono con il dovuto anticipo la notizia del futuro intervento nel quadro A del camposanto e che riuscirono ad agire di conseguenza, di quelle che si presentarono al Vantiniano a cose fatte e non trovarono più la tomba del proprio bambino e, comprensibilmente, gridarono il loro dolore e denunciarono la sottrazione.

La Procura avrebbe pertanto la prova che tutto sarebbe stato compiuto nei termini imposti dalle normative e, a quasi un anno di distanza dalla sua apertura, è sul punto pertanto di chiedere l’archiviazione del fascicolo.  

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