Il caso delle due prime dosi: l’incubo esodati del Green pass

Vaccinati senza Green pass. E senza risposte. Hanno pazientato quando era necessario per frequentare ristoranti ed altro. Hanno pazientato quando la «carta verde» è diventata obbligatoria per lavorare. Nessuno di loro lavora nella scuola. Intanto, però, non hanno mai smesso di telefonare e di scrivere.
«Almeno quindici telefonate al 1500, il numero del ministero. Siamo marito e moglie e, terminata la spiegazione del caso dell’uno, si doveva riattaccare e ricominciare daccapo, armati di pazienza, per avere la linea e raccontare quello che era accaduto all’altro. Cioè, lo stesso. Risultato? Ad una settimana dall’obbligo del Green pass per andare a lavorare, in tasca abbiamo due certificati in cui si attesta la somministrazione di due prime dosi: una alla Fiera di Brescia il 5 maggio e l’altra al Centro vaccinale di Comacchio, nel Ferrarere, il 20 luglio» raccontano Donatella ed Ettore.
Due prime dosi, appunto. «Abbiamo telefonato a Comacchio e loro ci hanno detto di non poter correggere nulla, perché da loro ciascuno di noi ha fatto una dose». Una dose, certo. Com’è possibile? Ats Brescia, da noi contattata, riferisce che è un problema emerso anche con altre regioni. Che fare? «Devono chiamare il Centro vaccinale e far correggere l’errore: nel modulo che il Centro ha compilato e inviato al Ministero dopo la somministrazione del vaccino, evidentemente è stato scritto una dose di due, anziché due di due. Ed ecco il pasticcio. Ma i dati possono essere corretti solo nel Centro in cui è stata somministrato il vaccino. Noi non possiamo modificare i dati di un’altra regione».
Un pasticcio che nei mesi scorsi era accaduto anche ad altre persone, in vacanza in altre regioni italiane, e che era stato risolto con la correzione da parte del Centro vaccinale «vacanziero». Non così per Donatella ed Ettore e nemmeno per i loro amici lombardi che erano in vacanza con loro in provincia di Ferrara.
Le anomalie dell’universo degli «esodati» da Green pass sono molte: chi è guarito, chi è straniero ed ha fatto un vaccino riconosciuto all’estero. Chi non ha ricevuto il codice dal Ministero, chi l’ha perduto. Poi, c’è anche chi ha fatto un prodotto diverso dai quattro approvati dalle autorità regolatorie europee.
A Brescia Ats (agenzia di tutela della salute) e Asst (aziende sociosanitarie territoriali) da agosto hanno gestito 1.500 casi di persone che si sono vaccinate all’estero con vaccini riconosciuti, aiutandole a recuperare il codice per scaricare il Green pass. A livello regionale le anomalie e i problemi segnalati in agosto sono stati 11.793, di cui 11.112 risolti. In settembre le segnalazioni complessive sono state 10.649, di cui 9.002 risolte.
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