Il batterio alla piscina di Mompiano agita il Consiglio comunale

Botta e risposta tra maggioranza e opposizione, che accusa sindaco e assessore di non aver chiuso tempestivamente le vasche
Uno scorcio del lido esterno della piscina comunale di Mompiano - © www.giornaledibrescia.it
Uno scorcio del lido esterno della piscina comunale di Mompiano - © www.giornaledibrescia.it
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Il batterio in piscina agita le acque in Consiglio comunale di Brescia. Per l'opposizione la vasca esterna a Mompiano andava «immediatamente chiusa», ma l'assessore Capra minimizza: «Era tutto sotto controllo». Il caso era esploso nel pomeriggio di venerdì 24 giugno, quando è arrivata via pec l'ingiunzione alla controllata della Loggia San Filippo spa. «Durante un controllo di routine (effettuato il 20 giugno, ndr) è stata rilevata un'alta concentrazione di un batterio pericoloso per la salute», sottolinea Mattia Margaroli (FdI) nel presentare l'interrogazione del centrodestra.

La risposta di Capra non si è fatta attendere: «La situazione era meno problematica di quanto potesse apparire. L'utilizzo delle tre vasche è stato sospeso il 26 giugno dalla San Filippo, mentre il giorno seguente la stessa società comunica all'Ats l'esito delle controanalisi effettuate già nella giornata del 21 giugno: la presenza dell'agente patogeno (Pseudomonas aeruginosa) non è più rilevata. Viene così riaperta la vasca grande, mentre restano chiuse quelle piccole in via precauzionale. In ogni caso già sabato 25 giugno, all'indomani dalla notifica di Ats, sono stati effettuati interventi straordinari dalla San Filippo per debellare gli agenti patogeni. L'acqua in sostanza è stata sostituita».

Per Massimo Tacconi (Lega) però questo non basta: «Ats ha disposto la chiusura e la decisione andava rispettata nei tempi più brevi possibili. Sabato mattina invece la piscina era piena, come dimostrano le fotografie. Questo dimostra che non sempre le nostre partecipate sono efficienti. Fare poche migliaia di euro di incasso - rimarca - non giustifica certo la mancata chiusura. E il sindaco, responsabile della salute dei bresciani, sarebbe dovuto intervenire subito».

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