«C’è un batterio nell’acqua»: la piscina di Mompiano chiude le vasche esterne

L’ingiunzione dell’Ats è arrivata venerdì sera ma sabato l’area è rimasta aperta: ieri il via al divieto
Uno scorcio del lido esterno della piscina comunale di Mompiano - © www.giornaledibrescia.it
Uno scorcio del lido esterno della piscina comunale di Mompiano - © www.giornaledibrescia.it
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L’ingiunzione da parte dell’Agenzia di tutela della salute è stata inviata venerdì, dopo uno dei controlli di routine: stando agli esiti delle analisi microbiologiche effettuate, c’è un’alta concentrazione di un batterio nell’acqua. In quelle vasche, quindi, salvo un intervento che riporti «i valori entro la norma», sarebbe meglio che nessuno ci entrasse.

Le piscine in questione sono quelle dell’impianto natatorio di Mompiano, in città, gestito dalla San Filippo Spa. E la lente di ingrandimento è puntata sulle sole vasche esterne, quelle più frequentate in queste settimane contraddistinte dalle alte temperature. Vasche che, per un cortocircuito legato alla notifica del verbale di Ats, sono rimaste aperte per la giornata di sabato, mentre da ieri mattina sono state regolarmente chiuse al pubblico.

La notifica

Cosa è successo? Che venerdì sera né gli uffici del Comune di Brescia né quelli della San Filippo Spa avrebbero ricevuto la comunicazione. Ecco perché nella giornata di sabato ad essere rimasto effettivamente accessibile - oltre alla parte interna nella quale non sono stati riscontrati problemi - è stato anche il lido esterno del centro natatorio di Mompiano. Incluse le vasche analizzate e giudicate non idonee dall’Agenzia.

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Una volta constatato che le piscine erano rimaste tutte aperte al pubblico, l’Ats ha quindi nuovamente inviato sul posto il personale di turno per procedere con un nuovo campionamento nella giornata di sabato. Ispezione durante la quale i tecnici hanno riscontrato nuovamente «un’alta concentrazione del batterio pseudomonas», ribadendo dunque quanto già prescritto il giorno precedente nell’ingiunzione di chiusura: deve scattare la sospensione delle vasche esterne finché il gestore non attuerà gli adeguati trattamenti, riportando cioè la concentrazione microbiologica del batterio entro la norma (vale a dire sotto la soglia di 1 ufc, acronimo di unità formanti colonie, per 100 ml).

Detto, fatto: ieri mattina, tanto sul sito internet quanto sui canali social è stato pubblicato l’avviso per gli utenti. «Da domenica 26 le vasche esterne della piscina saranno temporaneamente chiuse. Sarà possibile usufruire del prato e delle vasche interne. Ci scusiamo per il disagio».

Niente panico

Nulla di allarmante: si tratta infatti di un batterio molto diffuso in acque superficiali, suoli, vegetazione e in particolare in tutti gli ambienti umidi ed è resistente alle normali concentrazioni di disinfettanti utilizzate per la potabilizzazione dell’acqua. Questo spiega perché non sia così raro rintracciare questo microrganismo ogni qual volta si presentano condizioni di stagnamento dell’acqua, come in piscine ma anche in serbatoi, dispositivi rompigetto e impianti domestici di trattamento dell’acqua potabile, dove può raggiungere anche concentrazioni elevate.

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