I colori pastello e il bisogno di certezze

In quest’epoca di pazzi (cit. Franco Battiato) è una gara unica a chi riesce a stupire di più. Solo che più le provocazioni salgono di livello, meno si riesce a impressionare o a restare impressionati. E così, chi intende stupire a tutti i costi, al massimo lascia il segno per il tempo di un click o di un cuoricino social.
Poi, puff: viene risucchiato nel gruppone misto dei cercatori di gloria. In quest’epoca di pazzi che brucia tutto in fretta e che si segnala per uno spiccato senso di mancanza di rispetto nei confronti delle istituzioni e la storia pare non avere più alcun valore, accade però che la dipartita di una Regina vecchia (si può dire?) di 96 anni e rappresentativa di un mondo che non esiste letteralmente più, generi un senso di cordoglio e sconforto - che perlopiù appaiono genuini - capace di attraversare intere generazioni e i personaggi più disparati e controversi.
Potere di una Signora lontanissima dalla vita comune che ha saputo entrare nell’immaginario collettivo divenendo un’icona pop con la sola forza di tailleurs a tinte pastello: esiste qualcosa di più antico? Eppure, quei toni tenui, a quanto pare, in quest’epoca di pazzi e senza più punti di riferimento, erano un qualcosa in cui cercare rassicurazioni.
Un po’ come, in Italia, è la grisaglia di Mattarella il baluardo nel quale identificarsi. E vogliamo parlare dell’effetto Federer? Tutti in lacrime per il ritiro di un genio senza la sregolatezza. L’eccezionalità della normalità.
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