I casi di febbre Dengue a Brescia sono due

Una coppia residente nella zona di via Cipro si sarebbe infettata durante un viaggio all'estero. Attivata la disinfestazione dalle zanzare tigre
Una zanzara tigre
Una zanzara tigre
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Un caso di febbre dengue in città. È quello di cui dà conto con un post su Facebook il Comune di Brescia indicando nella zona di via Cipro l’area in cui è stato segnalato l’episodio. In realtà, i casi sono due: una coppia, che si sarebbe infettata in una zona non europea in cui la dengue è endemica.

Di origine virale, la dengue è causata da quattro virus molto simili ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus.

La Loggia è stata informata da Ats Brescia venerdì 15 luglio e ha attivato le attività preventive di bonifica della zona per le aree di propria competenza. In altre parole si tratta della disinfestazione dalle zanzare tigre che sono il principale vettore della malattia «sia con adulticidi sia con larvicidi nel raggio di 200 metri dall’abitazione del caso, per ridurre drasticamente e rapidamente la densità dell’insetto vettore qualora presente».

A quanto si apprende, si tratta in ogni caso di un episodio isolato che riguarderebbe, appunto, due familiari. Quanto al contenimento della presenza di zanzare tigre, il Comune ricorda che possono essere messe in atto diverse azioni, riepilogate in un’apposita sezione del sito della Loggia. Non esiste un trattamento specifico per la Dengue, e nella maggior parte dei casi le persone guariscono completamente in due settimane. Le cure di supporto alla guarigione consistono in riposo assoluto, uso di farmaci per abbassare la febbre e somministrazione di liquidi al malato per combattere la disidratazione. I casi lievi di dengue, che di solito non manifestano ingrossamento dei linfonodi, guariscono in meno di tre giorni. Nelle forme più gravi, lo stato di debolezza generale può durare diverse settimane.

I precedenti

Se venissero confermati per effettivi casi di febbre Dengue, quelli delle persone con l’infezione che vivono nella zona di Brescia. Due sarebbero i primi registrati negli ultimi anni nel Bresciano e in particolare nel capoluogo: uno - non autoctono, cioè contratto dal paziente affetto all’estero, risale all’agosto del 2019 a Chiari (preceduto nel 2018 da episodi a Travagliato e Paratico), ma più di recente, tra aprile e maggio, casi si sono avuti a Costalunga e le persone che l’hanno contratta sono guarite. Anche in questi casi, tuttavia, la malattia sarebbe stata contratta all’estero.

Cos'è la Dengue

La dengue è un’infezione virale trasmessa da zanzare, diffusa nei Paesi tropicali e subtropicali, soprattutto in aree urbane, che causa una malattia simil-influenzale e, raramente, una forma grave che può essere letale. La febbre si manifesta dai tre ai quattordici giorni dopo la puntura infettante, con i sintomi di una malattia molto simile ad una forte influenza.

L’aumento della diffusione del virus è strettamente correlato alla diffusione incontrollata della zanzara vettore, che trova, soprattutto nelle grandi aree urbane dei paesi tropicali e subtropicali, un habitat adatto alla propria riproduzione, con aree stagnanti e malsane. Il trasporto della zanzara da una zona all’altra avviene anche tramite scambio di merci. La diffusione in alcune aree dell’America settentrionale e delle isole Hawaii, per esempio, sembra far capo all’importazione di gomme e copertoni usati, all’interno dei quali ristagnano piccole quantità di acqua ideali per la deposizione delle uova.

La dengue grave colpisce i Paesi dell’Asia e dell’America latina (attualmente si registrano situazioni critiche a Cuba e in Brasile) dove è una delle principali cause di ricovero ospedaliero e di morte tra bambini e adulti. Nell’Unione Europea la febbre dengue normalmente non si verifica e, soprattutto, nell’Europa continentale non esistono le condizioni per un’ulteriore diffusione della malattia a partire dai pazienti che ritornano dopo aver acquisito l’infezione all’estero.

La forma emorragica della malattia, sempre secondo i dati dell’Oms, obbliga all’ospedalizzazione oltre 500mila persone ogni anno, di cui la gran parte bambini, con un tasso di mortalità almeno del 2,5%. In caso di assenza di trattamento, questa percentuale può drammaticamente crescere fino a oltre il 20%, mentre quando sono disponibili cure intensive e appropriate, il tasso di mortalità della dengue emorragica scende sotto l’1%.

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