I calzini del principe

La sera prima di partire ha voluto salutare la sua amica del cuore. Si sono sedute sul divano con le gambe incrociate a mo’ di indiane, come si usa tra i giovani, e con tra le mani una tazza fumante di tisana con scorzette di limone. Guardando negli occhi la sua compagna di mille avventure le ha confessato il suo progetto di vita: vado a cercare il mio principe azzurro.
Che tenera, ha pensato quell’altra, è così raro trovare una giovane che sappia ancora sognare. Dall’America a Londra è stato un attimo. Una sera mentre era al market il tanto atteso colpo di fulmine. Erano da poco passate le sei del pomeriggio, quando tra le corsie ci sono soprattutto single alla ricerca di qualcosa da riscaldare per la cena. La scintilla davanti al reparto minestroni e passati di verdura. Quel ragazzo con i capelli rossi le è piaciuto subito. Anche lei ha fatto breccia. Mi chiamo Harry, dice lui. Piacere, io sono Meghan, dice lei. È meglio se non ci vediamo a casa mia, le ha detto lui, c’è sempre gente e sono un po’ impiccioni.
Ma poi la fiaba si è dimostrata un po’ più complicata del previsto. Perché lei mica era andata a vedere su Google la storia della famiglia di quel ragazzo così simpatico, lui le aveva detto di essere un principe e lei aveva pensato che facesse un po’ lo sbruffone. Invece quello aveva davvero la nonna regina. E poi è andata com’è andata.
Ora ognuno la può pensare come vuole, tifare per chi vuole. Ma vedendo l’ormai storica intervista di Oprah Winfrey ho capito che alla fine le famiglie, anche quelle infelici, si somigliano tutte. I tristi calzini di cotone slavato e ormai senza vigore di Harry sono quelli di tutti noi.
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