Gli animalisti, il maiale e l'uomo dimenticato

Ho visto e sentito cose che voi umani non potete nemmeno immaginare. Uso la citazione, rimodellata, di un film di fantascienza per mettere al centro l'uomo. A Provaglio d'Iseo in settimana, chi ha contestato la scelta di utilizzare un maiale per un esperimento giudiziale, si è dimenticato di due uomini. Di una vittima, Mario Bozzoli, per la quale la famiglia cerca da sette anni la verità, e un imputato, Giacomo Bozzoli, che rischia l'ergastolo.
Chi chiede rispetto deve essere in grado anche di darlo. Perché altrimenti perde in partenza. Come accaduto alla ventina di animalisti che ha urlato di tutto, andando ben oltre le legittime idee. «Chissenefrega di quello là che è morto, dello zio, del nipote. Qui c'è un maiale utilizzato per un esperimento. Quello là magari è andato alle Maldive». E giù di insulti, attacchi, slogan beceri.
Al maiale, che il tribunale ha assicurato essere stato preso tra quelli morti per morte naturale e non ucciso apposta per la prova, hanno dato pure un nome: Cuore. Mario e Giacomo Bozzoli sono sempre stati «quelli là». E mentre gli animalisti gridavano mi è tornato in mente il libro di Giuseppe Cruciani, «I fascio vegani». Quando l'estremismo diventa religione e le proprie ragioni pietre da scagliare contro tutto e tutti. Da parte di chi, per dirla alla Guccini, è convinto di essere sempre nella ragione e mai nel torto.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
