Ginnastica ritmica e denunce di maltrattamenti, metodi e allenamenti sotto la lente del pm

Sarebbero almeno quattro le ginnaste che hanno lasciato la società finita nel mirino, l'Accademia di Desio
Le «Farfalle» azzurre impegnate in un’esibizione a squadre - Foto © www.giornaledibrescia.it
Le «Farfalle» azzurre impegnate in un’esibizione a squadre - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Risale all’agosto scorso l’inchiesta della Procura sui presunti maltrattamenti in palestra denunciati attraverso un esposto in Questura dalla mamma di due giovanissime ginnaste che si allenavano in provincia di Brescia. Quello aperto dal sostituto procuratore Alessio Bernardi è un fascicolo «esplorativo», al momento a carico di ignoti.

Le due ragazzine avrebbero riferito trattamenti non certo in guanti di velluto, in particolare con riguardo alla gestione del peso forma, e di aver vissuto in uno stato di stress divenuto con il passare dei mesi insopportabile. Il pubblico ministero ha delegato attività d’indagine ed è in attesa di raccogliere l’esito del lavoro degli inquirenti. Fonti investigative fanno capire che, per ora, l’inchiesta stimolata dall’esposto della mamma delle due giovanissime non avrebbe sortito risultati particolarmente significativi. Che in particolare manchino, al momento, gli elementi per sostenere l’esistenza di condotte penalmente rilevanti.

Un conto sono la violenza privata, le percosse, le minacce e le ingiurie, anche finalizzate al dimagrimento e al contenimento del peso - si dice a palazzo - un conto il pressing di chi allena per ottenere il massimo, magari anche un pizzico di più, dai suoi atleti. Che qualcosa si sia incrinato nella palestra dove le due ragazzine che hanno sporto denuncia si allenavano comunque sarebbe provato dalla circostanza che altre due atlete di punta hanno lasciato in modo piuttosto improvviso.

Le reazioni

Sul caso sollevato da due atlete del giro della nazionale italiana Nina Corradini e Anna Basta con riferimento agli anni in cui le due frequentavano l’Accademia di Desio, ma anche sulle altre ipotesi di abusi psicologici nelle palestre, ieri si sono confrontati i vertici dello sport italiano. «Le medaglie sono un fattore di orgoglio nazionale, ma non ci sarà mai una medaglia che coprirà comportamenti non adeguati. Siamo praticanti di valori, non predicatori». Così si è espresso sul tema Andrea Abodi, ministro dello Sport a margine dell’incontro con il presidente del Coni Giovanni Malagò e il numero uno della Federginnastica, Gherardo Tecchi.

«Parliamo di un movimento con diverse centinaia di migliaia di tesserati, con la ritmica che rappresenta il fiore all’occhiello del sistema sportivo italiano. Giusto fare chiarezza, la salvaguardia degli atleti è al primo posto. Ma il movimento è sano, serio e rispettoso delle regole», gli ha fatto eco il presidente del Coni Giovanni Malagò, che ha anche aggiunto: «Ho sentito Emanuela Maccarani, commissario tecnico della nazionale. È l’allenatrice più vincente nella storia sportiva del Paese. Di persone serie e belle come lei ne ho incontrate poche».

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