Ginnastica e denunce di maltrattamenti: il Coni chiede gli atti, la Procura dice no

Il Coni scrive. La Procura di Brescia risponde. Ma per ora non trasmette gli atti di un’inchiesta ancora alle prime battute. Sul caso delle atlete della ginnastica ritmica presunte vittime di maltrattamenti fisici e psicologici in una palestra della provincia bresciana, oltre che in altre strutture italiane, l’attenzione dei vertici dello sport italiano è massimo, così come la pressione mediatica per un caso nato dalla denuncia alla stampa nazionale di alcune ex farfalle della nazionale italiana, che si sta allargando sempre di più, giorno dopo giorno e denuncia dopo denuncia. Si parla di maltrattamenti psicologici e fisici soprattutto in merito alla gestione del peso corporeo.
L’indagine
Sul tavolo del sostituto procuratore Alessio Bernardi oltre all’esposto dell’agosto scorso presentato dalla madre di due sorelle minorenni che frequentavano la stessa struttura nell’est della provincia, si è aggiunta anche la denuncia di un’atleta bresciana, non ancora 18enne, che si è improvvisamente ritirata qualche mese fa dall’attività agonistica.
Continuano a non esserci indagati nell’indagine aperta per maltrattamenti dagli inquirenti bresciani che hanno delegato la Squadra Mobile della Questura per tutti gli accertamenti. L’allenatrice delle tre ragazzine fino ad oggi non ha voluto rilasciare dichiarazioni e continua la sua attività in palestra.
La richiesta
Nel frattempo però da Roma è partita una richiesta ufficiale. Da parte dei vertici del Coni presieduto da Giovanni Malagò che in prima persona, coinvolgendo anche il neo ministro dello Sport Andrea Abodi, si sta interessando al terremoto avvenuto nel mondo della ginnastica ritmica e che nei giorni scorsi ha scritto alla Procura bresciana per chiedere gli atti dell’indagine recentemente aperta, così da trasmetterli alla Procura generale dello sport. Perché se da una parte si muove la giustizia ordinaria, dall’altra sta svolgendo un’indagine anche la giustizia sportiva che ha tempi e modi d’azione differenti. Il pm Bernardi ha però al momento detto no alla trasmissione di quanto fin qui raccolto. L’idea è quella prima di completare le indagini e avere un’idea precisa della vicenda.
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