Fridays for Future in Loggia per parlare di città e ambiente

Nel pomeriggio il gruppo di attivisti incontrerà il sindaco Del Bono e quattro assessori per discutere di alcune proposte
Giovanni Mori, portavoce dei Fridays for Future di Brescia - Foto © www.giornaledibrescia.it
Giovanni Mori, portavoce dei Fridays for Future di Brescia - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Un mese fa al sindaco Emilio Del Bono è arrivata una lettera con la richiesta di «poter fissare un incontro» per parlare dei temi portati in corteo il 25 marzo. In attesa di una risposta, «buona crisi climatica». Firmato: Fridays for Future.

La missiva, sottoscritta da varie associazioni locali (Legambiente, Arci, Studenti per Udu, Unibs for SDGs, Tavolo Basta Veleni, 5R Zero Sprechi e vari gruppi GAS), è stata inviata il giorno del decimo sciopero globale per il clima, organizzato in città dal coordinamento locale dei Fridays for Future. La risposta di Del Bono è poi arrivata: gli attivisti sono attesi in Loggia oggi pomeriggio per confrontarsi insieme al sindaco e agli assessori Cominelli (Ambiente), Manzoni (Trasporti), Tiboni (Urbanistica) e Capra (Risorse dell’Ente Comune e Pubblica Istruzione). «È l’occasione per fare il punto su cosa manca - commenta Giovanni Mori, referente per Brescia dei Fridays for Future -. Il Comune di Brescia ha dichiarato l’emergenza climatica nel 2019: da allora sono stati fatti molti passi avanti, ma si può migliorare ancora».

La lettera infatti lamenta che da tre anni ci sono richieste ribadite ad alta voce, a partire dalla giustizia climatica, ma le istituzioni spesso rispondono che «ci stanno lavorando». L’elenco delle criticità evidenziate dai Fridays for Future è corposo e parte dal gas, tra i problemi più grossi dell’inizio del 2022 fra rincari e guerra in Ucraina, che per gli attivisti continuiamo a finanziare usando petrolio e gas della Russia. Ma non è solo affare di politica estera: nella lettera si chiede di definire una data di spegnimento della centrale a gas di Lamarmora (che oggi garantisce il 30% del calore annuo del teleriscaldamento in città) e di ridurre in modo significativo i volumi di rifiuti bruciati nel termovalorizzatore, chiudendo la terza linea.

Il gruppo vorrebbe anche un sistema di raccolta porta a porta puntuale dei rifiuti (oggi la modalità introdotta nel 2016 ha portato al 72% di differenziata) e di rendere più preciso il monitoraggio dell’aria. In linea con Legambiente e Basta Veleni, i Fridays chiedono poi alla Loggia di intervenire affinché la partecipata A2A dia «una comunicazione trasparente sulle modalità di calcolo del fattore di conversione» e vengano corrette le modalità di attribuzione della classe energetica dei fabbricati allacciati al teleriscaldamento. Per Mori serve, in sintesi, «una visione a lungo termine, più coraggiosa: Ma con impegni concreti».

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