Finalmente abbiamo uno stadio
«Allora lo stadio?». Ho perso davvero il conto di quante volte mi sia stata posta questa domanda negli ultimi 20 anni, forse più di quel «Alùra el Brèsa?» che accompagna spesso gli incontri per strada. Ecco, finalmente c’è una risposta dopo seminari, progetti presentati all’estero, promesse, intenzioni, parole che se ne sono andate come i giocatori che hanno vestito la maglia delle rondinelle.
Il Rigamonti non è nuovo, ma rinnovato sì. E parecchio. Tanto da sembrare uno... stadio, cosa che ormai non era oggettivamente più. Guardi le foto e manco sembra di essere a Mompiano, ma in un’altra città.
Tutti ci hanno messo del loro: in primis il presidente Cellino, che ha tirato fuori il portafoglio perché «le immagini della serie A vanno in tutto il mondo, non possiamo far vedere questa cosa» diceva indicando i gradoni friabili come il torrone. Vero, ma il regalo oltre che ai telespettatori del globo, lo ha fatto prima di tutto a chi quegli spalti li frequenta.
E poi mettiamoci il Comune, la Prefettura, i vari organismi, le aziende che hanno lavorato dentro e fuori, gli operai spesso impegnati in una lotta contro il tempo. Vuoi vedere che davvero, come dice «quel tale», l’unione fa la forza?
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