Fenaroli: «Avanti con Castelletti. Ora focus su giustizia sociale e ambientale»

L'assessore: «Laura garantisce unità, continuità e novità. Il centrodestra ha un’idea di città troppo divisiva»
L’assessore Marco Fenaroli e la vicesindaca Laura Castelletti - © www.giornaledibrescia.it
L’assessore Marco Fenaroli e la vicesindaca Laura Castelletti - © www.giornaledibrescia.it
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«Laura Castelletti è la soluzione giusta. Garantisce l’unità della coalizione e la continuità con l’Amministrazione Del Bono. Dovremo lavorare nel solco della giustizia sociale e ambientale impostata in questi anni. Il centrodestra? Ha un’idea di città troppo divisiva». Marco Fenaroli analizza così il quadro politico che sta maturando in vista delle elezioni in Loggia della prossima primavera. Lo fa dopo che Laura Castelletti è scesa in campo («io ci sono») e alla vigilia dell’assemblea Pd (l’11 gennaio) che darà il via libera alla candidatura della vicesindaca.

Fenaroli, al tavolo del centrosinistra è stato lei a fare il nome di Castelletti. Perché?

«I partiti e i gruppi politici nazionali sono in difficoltà. Difficoltà che dureranno anche durante la campagna elettorale. I 10 anni di Del Bono sono un patrimonio (politico) importante e impegnativo: nessuna crisi, nessuna verifica, nessun rimpasto. Laura è il profilo giusto, rappresenta meglio di tutti la continuità con il lavoro fatto e la compattezza dell’alleanza. Abbiamo portato avanti un’idea di città che ha dato risultati: sull’ambiente, nel sociale, nella cultura. Certo, rispetto ad un sindaco così "presente" come Emilio, il lavoro della prossima giunta dovrà cambiare: servirà una squadra forte, ci sarà bisogno dell’impegno e dell’esperienza di tutti».

Lei nel 2013 partecipò alle primarie che consacrarono Del Bono candidato sindaco. Perché non farle anche quest’anno?

«Nel 2013 servirono per cementare l’alleanza tra Pd e sinistra, oggi invece rischierebbero di dividere. Il nostro obiettivo deve essere vincere».

Perché insistere tanto sulla continuità? Non servono anche elementi di novità?

«Certo. Ma non bisogna dimenticare il lavoro fatto, che è stato straordinario. Quando siamo arrivati, non avevamo nemmeno gli occhi per piangere. Del Bono e Panteghini hanno rimesso in sesto il bilancio riportando il Comune a investire. Abbiamo agito con rigore nella spesa e nelle politiche urbanistiche. Oggi si polemizza sui dividendi, ma la loro crescita è il frutto della buona gestione di A2A, i cui vertici sono stati scelti da Del Bono. Quando siamo arrivati non era così. Quei soldi vanno a coprire la spesa sociale, il trasporto pubblico, i servizi per i cittadini. Ora dovremo accelerare sul binomio giustizia sociale e ambientale».

Il centrodestra vi accusa di aver solo gestito l’ordinario.

«Il Parco delle Cave mi pare un risultato tutt’altro che ordinario, se ne parlava da decenni. Abbiamo avviato tutte le bonifiche dei parchi, il problema Caffaro è stato affrontato, le risorse sono arrivate, l’iter per la bonifica, per quanto difficile, è instradato. Rolfi dice di voler partire dai quartieri, ma era il centrodestra che non voleva i Consigli di quartiere, un’esperienza preziosa anche durante la pandemia, insieme al lavoro fatto da Donatella Albini nel raccordo con gli ospedali. Abbiamo avviato la riqualificazione di via Milano, pedonalizzato il centro, intercettato 360 milioni per realizzare il nuovo tram, investito negli impianti sportivi. Quando sono arrivato c’erano 700 sfratti l’anno, siamo riusciti a governare la situazione senza lasciare nessuno per strada. Mi preoccupa invece che il centrodestra abbia un’idea divisiva di città, un’impostazione che tende a dividere, come la proposta di Paroli di riportare il Bigio in piazza..».

Dopo 10 anni da assessore, si ricandiderà?

«Sì, lavorerò ad un’aggregazione della sinistra, dei mondi ambientalisti e del volontariato. La vera emergenza che dovremo affrontare nei prossimi anni sarà quella educativa. Dovremo potenziare le collaborazioni con le scuole per il tempo libero dei ragazzi, sviluppare patti educativi di quartiere, estendere fino ai 18 anni le attività dei centri di aggregazione. Le solitudini dei nostri nonni e dei nostri ragazzi hanno bisogno di risposte».

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