Fauna selvatica, arriva un centro per il recupero

La struttura sarà edificata in un anno in via Romiglia su terreni della Provincia
CENTRO PER LA FAUNA SELVATICA
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È stato presentato nel Comando della Polizia provinciale di via Romiglia il progetto definitivo relativo alla costruzione del Centro di recupero della fauna selvatica ed esotica (Crase). Il progetto prevede la realizzazione di un padiglione fuori terra con la disponibilità di locali per lo svolgimento dei servizi, come laboratori per le attività diagnostiche e alloggi strumentazione di servizio agli operatori.

La struttura dispone di un’area esterna con la realizzazione di recinti di diversa dimensione per ospitare ungulati e grandi carnivori o rapaci. Per l’intervento si affronterà una spesa di un milione, di cui 520 mila a carico della Provincia e i rimanenti 480 mila euro della Regione Lombardia. «In questa fase il Settore Edilizia della Provincia sta seguendo l’iter progettuale e amministrativo e l’opera è inseritanel Programma Triennale per quest’anno.

Il Comando della Polizia provinciale sarà il titolare del funzionamento e della gestione del Centro di recupero della fauna selvatica ed esotica in tutta la Regione Lombardia. Ricordo che il cronoprogramma prevede la realizzazione delle opere in un anno» ha detto il vicepresidente Guido Galperti, affiancato dal presidente Samuele Alghisi che a sua volta ha rimarcato come l’appoggio della Regione «è stato strategico per permettere la realizzazione di questo centro di interesse sovraprovinciale».

Secondo l’assessore regionale Fabio Rolfi l’impegno «si inserisce nel supporto che la Regione garantisce al recupero della fauna selvatica, fermo restando che nel solo 2021 sono stati ben 8.500 gli animali selvatici che hanno avuto bisogno di cure nei 9 Cras lombardi». Uno dei problemi a Brescia è che il Cras si trova a Paspardo: «nel caso di un investimento di selvatico in Valvestino, la raccolta, l’assistenza e la consegna dell’animale diventa un serio problema anche guardando alla sua incolumità», ha continuato Galperti. Per questo il comandante del corpo, Claudio Porretti si è detto orgoglioso e soddisfatto, «non solo per il recupero e lo studio dei selvatici, ma anche per il successivo reinserimento in natura di specie appartenenti alla fauna selvatica».

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