Far uscire i bambini sordi dall'isolamento: la raccolta fondi

Da Brescia parte una raccolta fondi in aiuto delle famiglie, a lanciarla la Congrega della Carità Apostolica
La foto scelta per accompagnare la raccolta fondi
La foto scelta per accompagnare la raccolta fondi
AA

Di loro poco si è parlato, ma anche i bambini sordi stanno vivendo con difficoltà questo periodo, dove il deficit sensoriale è aggravato dal peso delle limitazioni sociali e spesso dall'impossibilità di progredire nel percorso di inserimento in classe e negli altri ambiti relazionali. Da Brescia parte una raccolta fondi in aiuto delle famiglie di questi bambini, a lanciarla la Congrega della Carità Apostolica, che attraverso la piattaforma GoFundMe chiede aiuti per l'associazione Monsignor Giovanni Marcoli. 

«Abbiamo bisogno del tuo aiuto per continuare a sostenere, con visite domiciliari, famiglie italiane e straniere, in condizioni di marginalità sociale ed economica, nella cura dei loro bambini sordi o con altre forme di disabilità molto gravi e invalidanti», si legge nella descrizione della campagna, che sta raccogliendo numerose adesioni. Combattere l'isolamento delle persone sorde era il sogno, già oltre cent'anni fa, del prete bresciano Giovanni Marcoli. In sua memoria è stata fondata, nel 2001, l'omonima associazione, il cui operato consiste nell'accompagnamento e nella formazione dei genitori, nel garantire terapie appropriate e il diritto all'educazione scolastica mediante l'apporto di persone specializzate ed esperte delle dinamiche relazionali e di crescita del bambino.

«Quest'anno - scrivono dalla Congrega - la chiusura delle scuole a causa del Covid 19 ha esasperato la già difficile situazione delle famiglie che si sono viste in alcuni casi proporre una didattica a distanza senza avere né gli strumenti né le capacità per usufruirne. Diverse situazioni precedentemente in equilibrio precario sono esplose». La raccolta - raggiungibile qui - in poche settimane ha già raggiunto la cifra di 1.300 euro.

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia