Ex Sant’Orsola, dubbi sul progetto: «Alloggi per anziani o un albergo?»

Il centrodestra attacca: «Non residenze protette, ma un hotel camuffato come a Bergamo». La Loggia: «Verifichere»
La facciata dell’edificio di via Vittorio Emanuele, chiuso da anni
La facciata dell’edificio di via Vittorio Emanuele, chiuso da anni
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Il progetto è destinato a riqualificare un bel pezzo di centro storico, dando nuova vita all’ex ospedale Sant’Orsola di via Vittorio Emanuele, chiuso da oltre dieci anni. Ma il progetto presentato dalla proprietà, l’Ordine ospedaliero S. Giovanni di Dio «Fatebenefratelli», ieri è stato al centro di un’infuocata commissione urbanistica: due ore di discussione durante le quali il centrodestra ha sostanzialmente messo in dubbio alcuni obiettivi del piano. Laddove si prevedono alloggi per anziani, secondo i rappresentanti di Lega, FdI e Forza Italia si starebbe in realtà ipotizzando la nascita di un albergo. «State cercando di approvare un hotel sotto mentite spoglie?» è stato il j’accuse di Michele Maggi (Lega), con tanto di colpo di scena: la prenotazione in diretta su booking di un alloggio gemello già realizzato a Bergamo.

Sulla carta

Il piano attuativo per l’ex Sant’Orsola
Il piano attuativo per l’ex Sant’Orsola

Il progetto per il Sant’Orsola prevede che l’attuale complesso (tranne la chiesa e la sede del Noviziato) venga demolito in due fasi, lasciando in piedi solo la facciata di via Vittorio Emanuele. Al posto dell’attuale struttura da 26.800 metri quadrati saranno realizzati nuovi edifici per 16mila mq: agli attuali 10mila mq previsti dal Pgt se ne aggiungono altri 6mila (da qui la necessità di variante che venerdì approderà in consiglio comunale per l’adozione).

Su via Moretto verranno ricavati alcuni appartamenti per anziani autosufficienti (senior living) gestiti dal gruppo francese Domitys; su contrada Cavalletto ci sarà l’ingresso alle residenze libere. Poi due piani interrati di parcheggi, uffici, ambulatori. L’operazione porterà in dote alla Loggia un’area di 61mila mq per la forestazione lungo la tangenziale; i 6mila mq in più consentiranno infine di riqualificare un padiglione ai Pilastroni dedicato alla cura e alla ricerca.

Toni infuocati

Nonostante il centrodestra abbia sollevato dubbi sull’impatto delle nuove funzioni sul traffico, la verifica ha escluso la necessità della Vas (Valutazione ambientale strategica): Arpa ha solo chiesto attenzione sulle energie rinnovabili e sul clima acustico degli ambienti. In fondo, è stato il ragionamento, genera meno traffico un complesso residenziale rispetto ad un ospedale. Poi l’affondo.Nella relazione dei progettisti si dice che l’obiettivo è replicare a Brescia quello che Domitys ha già realizzato a Bergamo. «Voi parlate di senior living, ma mi risulta che si voglia fare altro» ha attaccato Maggi che poi ha prenotato un alloggio per sé e famiglia (due adulti e tre bambini) per una notte al Domitys Quarto Verde di Bergamo. «È una struttura ricettiva, di assistenaza agli anziani non c’è nulla. Nessuna funzione sociale». Legittimo proporre una funzione ricettiva. «Ma bisogna dirlo». Altrimenti, è la proposta di Maggi, «bisogna precisare nella convenzione che chi entra nei futuri alloggi dovrà prendervi la residenza».

Il raffronto con Bergamo

Sulla stessa lunghezza d’onda Mattia Margaroli: «Firmiamo un emendamento condiviso». Tesi rilanciata anche da Paola Vilardi (FI): «Bisogna mettere dei vincoli chiari nella convenzione». E, più in generale sul progetto: «Daremo battaglia, se vinceremo le elezioni, non lo approveremo mai». Il presidente della commissione Guido Galperti ha ammesso che qualche verifica andrà fatta. «Per prima cosa andrà verificato cosa è stato autorizzato a Bergamo, forse lì c’è anche una parte ricettiva. A noi però interessa cosa autorizziamo noi, che tutto sia corretto». L’assessore Michela Tiboni ha precisato che quel che si autorizza con la delibera è una residenza collettiva (con servizi di assistenza in comune), non alloggi liberi o funzioni ricettive. A Bergamo è stato realizzato il primo esempio italiano di struttura gestita dal gruppo francese Domitys. «La relazione dei progettisti non è la nostra - ha spiegato Tiboni -. Se necessario preciseremo funzioni e vincoli. Per altro questo è solo il primo passaggio, l’adozione. L’approvazione toccherà al prossimo consiglio comunale. Ma quel che conta è la riqualificazione di quest’area».

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