Emergenza profughi, la Prefettura: «Servono altri 550 posti per accoglierli»

Sono oltre 900 i profughi accolti a Brescia negli ultimi mesi e, con l’ondata di sbarchi che sta infiammando anche il dibattito politico, è evidente che i 1.300 posti attualmente disponibili, e costantemente occupati, nel territorio della provincia non basteranno. Non sono mai bastati fino ad ora e difficilmente lo saranno adesso che gli sbarchi stanno riprendendo in maniera massiccia. Per questo nelle scorse ore la Prefettura di Brescia ha pubblicato una manifestazione di interesse per individuare fino a 550 nuovi posti data la necessità di «far fronte alle esigenze di accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale in continuo e costante afflusso in Italia».
La proposta
La Prefettura si rivolge dunque a tutto il mercato, dagli operatori economici alle cooperative e cerca fino a 300 posti in strutture collettive fino ad un massimo di 50 posti e altri 250 in singole unità abitative. Nella nostra provincia la micro accoglienza e la diffusione capillare sul territorio ha permesso di evitare le strutture ghetto e, dove è stato possibile, anche la Prefettura le ha privilegiate, ritenendole il modello più efficace. Per questo delle quattro categorie individuate dal Ministero degli Interni, Brescia ha aperto manifestazioni di interesse soltanto per le due più piccole, escludendo quelle fino a 100 posti e quelle ancora più grandi.
Nella speranza di attirare un maggior numero di operatori economici e anche per provare a contrastare gli aumenti che rischiavano di portare qualche gestore di struttura a non riuscire a sostenere i costi dell’accoglienza, per questa nuova gara d’appalto la Prefettura di Brescia è riuscita a ritoccare leggermente verso l’alto le cifre che può corrispondere al gestore per ciascun richiedente asilo ospitato con aumenti nell’ordine di poco meno di due euro al giorno a persona: precisamente per le strutture di accoglienza collettiva fino a 50 posti si passa da 29,30 a 31,04 euro al giorno ad ospite mentre per le singole unità abitative si passa da 24,57 a 26,61. A questi si aggiungono i 2,5 euro al giorno di «pocket money» per le spese personali e le tessere telefoniche, fornite dalla Prefettura.

Richieste e tempi
La situazione, come ripete il prefetto Maria Rosaria Laganà, «è di quotidiana emergenza» e quindi i tempi sono strettissimi: due settimane, cioè fino al 30 novembre, per rispondere al bando, i 30 giorni successivi per la prefettura per espletare i controlli e perfezionare i contratti perché, dal primo gennaio e fino al 31 dicembre, potrebbe destinare ospiti richiedenti asilo alle strutture. Chi aderisce al bando deve avere prima di tutto la struttura immediatamente disponibile e fruibile e poter garantire vitto e alloggio agli ospiti che vengono assegnati.
Non solo. Per ciascuna tipologia il bando chiarisce nel dettaglio quali servizi devono essere garantiti all’interno delle quote giornaliere che la Prefettura riconosce. E nella stesura del bando si è cercato di pensare a tutto: dal kit di vestiario di prima necessità ai ricambi necessari per il variare delle stagioni o delle taglie in caso di minori, tutto il necessario per la pulizia personale e degli alloggi dove prevista la gestione in automia ma anche progetti di alfabetizzazione e di inserimento nel mondo del lavoro e l’assistenza per tutte le necessità relative alle pratiche per il soggiorno, dalla compilazione dei moduli alle spese di viaggio per raggiungere gli uffici della Questura e delle Prefettura.
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