«Effetto boomerang»: l’ottava puntata del podcast su Caffaro

Dopo più di 22 anni dentro al sito industriale di via Nullo ci sono ancora sostanze chimiche incustodite
Alcuni pozzi all'interno del sito industriale Caffaro - Foto © www.giornaledibrescia.it
Alcuni pozzi all'interno del sito industriale Caffaro - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Silos avvolti dalle ragnatele, tubi sgocciolanti, contenitori bianchi dai quali si intravede un liquido giallastro, nessuna etichetta. Non è un’istantanea proveniente dal passato, ma la fotografia che si presenta a chi, oggi, entra all’interno dei capannoni abbandonati dalla vecchia azienda che ha ferito Brescia.

Dopo più di 22 anni dentro al sito industriale di via Nullo ci sono ancora sostanze chimiche incustodite: sono quelle della Caffaro originaria, la «mamma» dei Pcb. E la storia sembra ripetersi anche sotto il profilo della battaglia legale: oggi esattamente come nel 2001 (quando scoppiò pubblicamente il «caso Caffaro»), il Comune di Brescia sceglie di non costituirsi parte civile nel nuovo processo che vede sul banco degli imputati coloro che hanno gestito negli ultimi anni il sito industriale, lasciando così i cittadini - ancora una volta - senza voce. Perché la Loggia non si è opposta a tutto questo? Cosa resta ora di questa vicenda? Due partite giudiziarie in corso, ma anche tanti punti ciechi sui quali continueremo a lavorare nelle prossime settimane. 

«Effetto boomerang» è il titolo dell’ottava puntata di «Caffaro, l’ultima barriera - I veleni nel cuore della città», il podcast scritto dalle giornaliste del nostro quotidiano Nuri Fatolahzadeh e Laura Fasani e prodotto da IrpiMedia in collaborazione con il Giornale di Brescia (editing di Christian Elia e Giulio Rubino, sound design di Riccardo Cocozza, sigla da «Diluvio Universale» di Omar Pedrini). Potete ascoltarla gratuitamente dalle 7 di stamattina sulle principali piattaforme audio come Spotify e Spreaker. Qui trovate le puntate precedenti.

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