Ecco le bufale da sfatare sul Coronavirus

Nelle situazioni di emergenza, come quella in corso, è (purtroppo) prassi che si diffondano bufale, e riconoscerle come tali non è sempre facile
Il coronavirus stilizzato disegnato sulla strada da alcuni artisti -  Foto © www.giornaledibrescia.it
Il coronavirus stilizzato disegnato sulla strada da alcuni artisti - Foto © www.giornaledibrescia.it
AA

Le zanzare trasmettono l’infezione? Fare un bagno caldo è una buona prevenzione? Il virus è sensibile all’alcol, quindi se ne bevo tanto non mi ammalo?

Nelle situazioni di emergenza, come quella in corso, è (purtroppo) prassi che si diffondano bufale e fake news, e riconoscerle come tali non è sempre facile. Molte partono dai social network e dal web, vero, ma Internet non è il crogiolo di tutti i mali: le notizie false camminano serene anche nella realtà grazie ai passaparola dei quali si perde la fonte. Nelle scorse settimane abbiamo sentito di tutto e per questo ad aprile il Governo ha istituito una task force che ha il compito di stanare le falsità e comunicarle ai cittadini.

Vediamone alcune. Complici le dichiarazioni di Trump, per un po’ è circolata la voce che fare gargarismi con la candeggina fosse un’arma efficace per proteggersi dal contagio. Falso, e naturalmente da non fare, così come non è vero che assumere acido acetico o steroidi, utilizzare oli essenziali o tagliarsi la barba tengano lontano il virus. A molti sembreranno considerazioni assurde ma se il Ministero della Salute ha sentito l’esigenza di aprire una pagina sul proprio sito dedicata alle bufale significa che non è proprio ovvio a tutti.

Un altro falso mito più comune invece è quello secondo cui, se si viene contagiati dal virus, ce ne si accorge sempre: non è vero, perché abbiamo sì imparato a considerare allarmanti alcuni sintomi (febbre, tosse secca, stanchezza), ma ce ne sono altri meno frequenti (diarrea, iperemia congiuntivale, dolori muscolari) che possono apparire in maniera lieve all’inizio e quindi non vi viene dato peso.

Altro grande timore degli italiani, trasformatosi per alcuni in credenza, è quello che gli animali domestici siano veicoli del virus: in realtà, anche se si sono registrati rarissimi casi di cani e gatti malati, non esiste al momento alcuna evidenza scientifica che provi che gli animali domestici contraggono il virus e lo trasmettono agli esseri umani. E le zanzare? Niente da fare: il virus, ricorda il Ministero, si passa attraverso le goccioline emesse da una persona infetta quando tossisce o starnutisce. Falso anche che immergersi nell’acqua bollente prevenga dal contagio: può procurare solo un’ustione di terzo grado.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia