Droga dello stupro: come difendersi

Non restare sole, fare attenzione a cosa si beve e a chi lo offre, e in caso di sospetta violenza denunciare il fatto, anche facendosi assistere da uno psicologo. Sono i consigli che Tiziana Moioli, psicologa e psicoterapeuta, consulente del Sert di Brescia e del centro Dipendiamo di Bergamo, dà alle donne che sospettano di essere state drogate a loro insaputa e abusate, come è accaduto alle due giovani bresciane che hanno sporto denuncia contro amici che hanno tentato di anestetizzarle, fortunatamente senza riuscirci. «Il fenomeno - spiega Moioli - è sempre più diffuso perché le cosiddette "date rape drugs" sono semplici da acquistare e somministrare.
La loro caratteristica è di rendere più vulnerabili all’aggressione sessuale perché chi le assume non ricorda i dettagli della violenza subita. L’effetto, il giorno successivo, è quello di una forte ubriacatura, senza ulteriori ricordi».
Come ci si può accorgere di aver subito violenza, e quindi denunciare? «Bisogna fare attenzione ad altri dettagli, mutandine sporche, perdite vaginali, lividi sul corpo... Se si è arrivati allo stordimento, le analisi possono confermare la presenza di sostanze ancora in circolo nel corpo».
E come si può prevenire questo genere di aggressione? «Queste droghe hanno un effetto velocissimo, già dopo 10-15 minuti si può risultare di colpo ubriachi o eccitati a dismisura. Chi è con noi può accorgersi di questi improvvisi mutamenti, e intervenire subito. Sono droghe inodori, talora salate o molto dolci ma difficili da distinguere in cocktail alcolici, ma ogni stranezza deve mettere in allerta. Negli Usa vendono cannucce che cambiano colore a contatto con sostanze stupefacenti, da noi non so. Queste cose - aggiunge Moioli - accadono in situazioni aggregative, feste o discoteche in cui il senso di appartenenza, soprattutto tra gli adolescenti, è molto forte. Ci si sente amici, si dà confidenza a sconosciuti. Anche in questo caso non si deve restare mai soli, e si deve accettare da bere solo da amici intimi e di lunga data, se no è meglio procurarsi da soli la bibita».
Come si arriva all’aiuto? «Se c’è un sospetto si procede alla denuncia, ma è importante farsi seguire psicologicamente. Perché in questi casi la mente non ricorda, e potrebbe sembrare meglio, invece no perché il corpo ricorda e ci si trova ad elaborare il trauma di un’aggressione sessuale subita, senza sapere come è andata davvero, e sentendosi in colpa per quello che si sarebbe potuto fare o non fare prima. Si deve accettare l’idea che se è accaduto si è solo vittime».
A chi rivolgersi? «Ai centri antiviolenza, oppure a uno psicologo che si occupi di elaborazione di traumi legati ad aggressione sessuale, serve un percorso ad hoc».
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