La denuncia di due ragazze: «Messa droga nei nostri bicchieri»
Bastava un sorso in più, un tentennamento di troppo. E ci saremmo ritrovati a scrivere di una serata buia, che poteva prendere una piega diversa. E ben più grave. Una serata ancora da ricostruire nei dettagli, ma comunque da raccontare.
Sulla scrivania di chi indaga in questo momento spiccano due elementi: l’esposto di due ragazze e il referto delle analisi che hanno evidenziato, nel sangue di una di loro, tracce di sostanze stupefacenti. Droghe che giurano di non aver assunto. Almeno non volontariamente. «Siamo state drogate» hanno riferito ai carabinieri due studentesse universitarie bresciane, dopo una serata, quella di sabato, iniziata in un bar del centro città e finita a casa di uno dei ragazzi incontrati nel locale e con anche due amici di quest’ultimo, tutti e tre professionisti di una decina di anni più grandi.
Verso le 23, quando scatta il coprifuoco, sono ancora in strada: alle ragazze - questo il loro racconto - viene offerta dagli amici una bottiglietta d’acqua. Una accetta, l’altra no: preferisce bere dalla borraccia che porta in borsa. «L’acqua era amara, faticavo addirittura a mandarla giù» dirà poi l’unica ad aver bevuto. Quando il gruppo arriva nell’appartamento, il proprietario porta alle giovani un bicchiere di birra, mentre i maschi bevono direttamente dalle bottiglie. «Da quel bicchiere ho masticato un granello, come un cristallo di sale» riferirà agli inquirenti una delle ragazze spiegando di essersi sentita da quel momento sempre più stanca e con un senso di ebbrezza. È a questo punto che nasce la consapevolezza che qualcosa non va.
Nell’esposto le studentesse hanno ricordato quello che era il loro stato psicofisico durante la parte di serata trascorsa in casa. Nonostante fossero passate alcune ore da quando avevano consumato un paio di normali cocktail a testa al bar del centro città, il senso di euforia, sballo e disorientamento aumentava invece che diminuire. Aspetto che ha fatto capire, soprattutto ad una, che qualcosa non andava. «Ci hanno drogate» è la convinzione riferita all’amica.
Le ragazze riescono con una scusa ad andare via dall’abitazione dove invece rimangono i tre uomini. Vanno al Pronto soccorso del Civile, poi dai carabinieri e infine in Poliambulanza. «Verso tarda notte ho iniziato a digrignare i denti in modo compulsivo e ho smesso solo al mattino» ha fatto mettere a verbale una delle due ragazze. La stessa che, dagli esami di sangue e urina, effettuati al Pronto soccorso della Clinica Poliambulanza è risultata positiva a sostanze stupefacenti. L’amica ha raccontato invece di essersi sentita euforica tutta notte senza riuscire bene a comprendere cosa le stesse accadendo. Il racconto delle ragazze ben presto rimbalza dal pronto soccorso ai carabinieri e viene cristallizzato in un esposto. Le indagini sono in corso. Le due giovani sono già state risentite.
Resta la paura e la consapevolezza di aver scongiurato il peggio. Una storia ancora da ricostruire nel suo complesso ma che merita d’essere raccontata da subito per sottolineare che solo la capacità reattiva delle due giovani ha portato ad un «lieto» fine. Tutt’altro che scontato.
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