Discariche abusive, i satelliti spia di Arpa ne hanno scovate 13

Il «giro» è pressoché sempre lo stesso: i produttori di rifiuti li conferiscono ad aziende munite di autorizzazioni, ma che operano violando le norme. Gli scarti vengono poi accumulati su aree destinate ad altro (agricole ma anche industriali), oppure vengono stipati in quantità esorbitanti, superando anche del doppio i quantitativi autorizzati. Salvo poi essere dati alle fiamme o essere seppelliti per non pagare il conferimento ai centri di smaltimento, inquinando e provocando danni alla salute. Basti pensare che ogni tonnellata di rifiuti ne libera nell’aria 1,8 di anidride carbonica, conto al quale si aggiunge quello delle diossine.
Ecco in sostanza a cosa serve il progetto Savager (acronimo di Sorveglianza avanzata gestione rifiuti): a consentire all’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa) di dare la caccia a chi continua ad alimentare gestione o traffico illeciti di rifiuti nella nostra provincia. E per farlo, anche il dipartimento di Brescia - con la regia del direttore Fabio Cambielli - utilizza i controlli satellitari, obiettivo: prevenire un inquinamento profondo - con il rischio di contaminazione della falda e l’esborso di milioni di euro per bonificare - sfruttando la tecnologia. Un metodo, questo, che per città e provincia si è rivelato efficace: nel 2021 che ci siamo appena lasciati alle spalle, infatti, in oltre la metà delle ispezioni eseguite dal cielo sono state riscontrate irregolarità.
I siti abusivi

Cifre alla mano, i sopralluoghi eseguiti dal team bresciano - per quanto riguarda questo singolo progetto - sono stati complessivamente 25 in diciannove Comuni. La mano dell’illegalità è venuta alla luce in dieci territori sui quali sono state smascherate tredici aree che erano diventate la «casa» di una gestione illecita degli scarti. Nella metà dei casi, inoltre, sono scattate le misure interdittive: il sequestro è stato disposto infatti per sei aree, mentre la gestione di tre impianti di trattamento rifiuti su cinque è risultata fuori legge e sono state accertate inottemperanze alle prescrizioni autorizzative.
«Questo risultato - spiega il direttore del dipartimento di via Cantore, Cambielli - è stato possibile grazie alla collaborazione interistituzionale con il comando provinciale dei Carabinieri, il Nipaf e il Sesto stormo dell’aeronautica di Ghedi che, attraverso il Comandante Giacomo Lacaita, ci supporta con continui scambi di esperienze per l’interpretazione delle immagini dal cielo. L’attività sul campo viene materialmente svolta da Andrea ed Elisa, ribattezzati la coppia Savager, che con determinazione e intelligenza concretizzano le immagini satellitari in reati ambientali nella gestione dei rifiuti. Tutti i sequestri portati a termine sono stati eseguiti d’intesa e grazie alla costante e ormai consolidata collaborazione con la Procura di Brescia».
I satelliti
Ma come funzionano questi «satelliti spia»? I tecnici dell’Arpa sono partiti dalle immagini del Geoportale regionale che rilevano eventuali anomalie: attraverso l’applicazione della Geospatial intelligence in Savager si acquisiscono indizi di violazione delle normative ambientali negli impianti di trattamento rifiuti autorizzati e si individuano anche situazioni totalmente illegali, come depositi incontrollati o discariche abusive.Per gli impianti di stoccaggio autorizzati si valuta se vi sono forti incrementi nel tempo dei quantitativi di rifiuti, se gli scarti accumulati superano i cosiddetti «muri di contenimento» o oltrepassano gli spazi autorizzati e se sono presenti tipologie di rifiuti non autorizzate.
Per tutte le altre aree, invece, si controlla che i rifiuti non si trovino dove non dovrebbero essere: aree dismesse, cascine, campi nascosti, impianti produttivi privi di autorizzazioni. Ogni sito analizzato viene catalogato in base alla criticità e nei casi più gravi scatta la verifica sul luogo con l’ausilio di un drone dotato anche di sensori termici, che sorvola l’area scattando un teorema di fotografie che i tecnici possono utilizzare anche per creare un modello 3D se necessario. Nei casi confermati, partono le comunicazioni alle forze dell’ordine e alla Procura per le indagini. Per rendere più efficiente l’operazione, l’Arpa Lombardia ha attivato anche un servizio di acquisizione «on-demand», che consente di ottenere immagini satellitari delle zone di interesse ad altissima risoluzione, arrivando a un dettaglio del terreno fino a 30 cm.
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