Depuratore del Garda, ora la mozione spacca la politica

Il voto il 14 in consiglio provinciale: il Pd apre, il centrodestra frena: «A rischio i 100 milioni»
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La mozione per chiedere ad Acque Bresciane un nuovo studio sul depuratore del Garda, che dica qual è la soluzione migliore, è stata concordata da tutto il consiglio provinciale, limando il testo presentato da Marco Apostoli. Ma la sua approvazione è tutt’altra cosa.

I conti si faranno il 14 novembre, in Broletto. Il Pd apre a una «ulteriore valutazione su quale sia il progetto migliore», dice il segretario provinciale Michele Zanardi. Il centrodestra, invece, frena, spiegando che «la priorità deve essere la tutela del Garda» (Alberto Bertagna, Lega) e che «un progetto di questa rilevanza» non può essere schiavo della «sindrome Nimby», ovunque ma non nel mio cortile (Alessandro Mattinzoli, Forza Italia).

Tutti però sono concordi nel dire che non si possono mettere territori contro territori. Serviva «condivisione». Già, ma ora? I sindaci di Gavardo e Montichiari chiedeno di rivedere il progetto, quelli del Garda di andare avanto. E intanto la sponda veronese è pronta a partire...

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