Degrado e occupazioni nell’area dell’Editrice La Scuola: si sgombera
Chiudere la sbarra di accesso all’area e mettere in sicurezza la struttura entro 30 giorni e fare in modo che si evitino occupazioni abusive. L’ordinanza del Comune notificata il 7 marzo alla proprietà lascia 30 giorni perché si provveda nell’ex sede dell’«Editrice La Scuola» a tutte le misure adeguate.
Così a breve, d’intesa tra Questura e Polizia locale, l’area sarà sgombrata dagli occupanti e da coloro che da qualche tempo hanno attrezzato parte degli uffici ad appartamento con sala e camere matrimoniali.
Al centro dell’ordinanza è l’area ex sede della storica società editrice bresciana: una superficie di oltre 21mila metri che da via Cadorna si estende al cavalcavia di via Mantova. «La superficie di questo comparto in vendita da dieci anni è di circa 27mila metri quadrati tra uffici, depositi, interrati e piazzali - conferma l’ad della società, l’ing. Giorgio Riva - e nonostante si sia intervenuto con opere di messa in sicurezza, alcune persone sono entrate nella struttura».
L’area
Che il complesso di edifici sia da tempo meta di sbandati e gruppi organizzati lo dimostrano coloro che a ogni ora percorrono la controstrada di via Cadorna che porta al carrabile chiuso da un cancello.
«La cancellata era bloccata con un catena. L’hanno fatta saltare e hanno messo un loro lucchetto» spiega un residente. In effetti diverse persone nel tardo pomeriggio si vedono entrare negli uffici. «C’è un tale robusto fuori che chiede tre euro per lasciar dormire i senzatetto che vengono dagli edifici di via Milano. La richiesta sale se chi entra è dedito allo spaccio» dettagliano i residenti. Poi raccontano di «auto di grossa cilindrata che si fermano nel piazzale più volte in settimana con persone ben vestite che entrano ed escono» continuano i residenti. Una gestione dei disperati, quindi, che lascia ipotizzare una realtà organizzata di sfruttamento del disagio.
La visita
Ovviamente ci siamo passati anche noi da cronisti, destando subito la reazione del «palo». «E questi custodi spesso sono violenti con gli estranei», ci raccontano anche se forse troppo tardi. Ben lo sanno i vertici della proprietà che in un sopralluogo si sono visti circondati da persone che impugnavano siringhe. «Abbiamo dato incarico dopo lo sgombero ai fabbri di saldare accessi e finestre con lastre di ferro. Metteremo a vigilare le guardie private di un istituto di vigilanza. Ripristineremo le reti sui perimetri e alzeremo le barriere. Speriamo di risolvere qualcosa anche se l’area è vasta» prosegue l’Ad della società.
Quella che oggi è terra di nessuno, o meglio di pochi e malintenzionati, potrebbe tornare un lacerto di città. «Sarebbe determinante per il futuro realizzare la vendita, ma l’area andrebbe frazionata d’intesa con il Comune» concludono i proprietari. Il valore? Sui 15 milioni. Un altro ostacolo per il futuro di questa parte di città.
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