D'Annunzio, aeroporto di serie B

Un aeroporto di serie B. Che dovrà dimostrare di essere in grado di reggere il confronto col mercato senza sostegno pubblico. Questa la posizione del D’Annunzio di Montichiari nel nuovo piano nazionale degli aeroporti di cui il Sole 24 Ore dà un’anticipazione nell’edizione odierna. Il piano, che per la prima volta definisce obiettivi e priorità del panorama aeroportuale italiano, è stato realizzato da One Works-Kpmg-Nomisma per conto dell’Enac e dovrà essere adottato dal Governo per indirizzare lo sviluppo infrastrutturale. Il documento fotografa da un lato la situazione esistente e stabilisce dall'altro gerarchie per il futuro: nei 24 scali di prima fascia vi sono 3 hub internazionali (Malpensa, Venezia e Fiumicino), 13 aeroporti strategici e otto primari (tra cui il Catullo di Verona). In seconda fascia ci sono altri 18 scali, compreso il D’Annunzio, legati ad esigenze locali. In un primo tempo sembrava che per questi dovesse arrivare un invito alla chiusura, considerata la loro rilevanza relativa. Nella versione definitiva sono previsti invece tre anni per verificare la sostenibilità economica degli aeroporti considerati «di servizio», a patto che non siano necessari trasferimenti pubblici per la gestione. In caso contrario, riporta il quotidiano di Confindustria, «dovranno essere valutate opportune forme di coinvolgimento di capitali privati, anche all’interno di progetti di sviluppo territoriale». Il tutto, senza che vi siano finanziamenti pubblici.
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