Dalla vigna agli hotel e fino ai trasporti: si cercano lavoratori

Dove sono finiti i cuochi, i camerieri, gli autisti, i baristi, gli addetti alle pulizie e gli operai specializzati dell’edilizia? Se lo chiedono tantissime aziende, anche bresciane: negli ultimi tempi alcune figure professionali sembrano introvabili.
D’obbligo, per tutti, è farsi alcune domande: la ricerca di personale viene effettuata sui canali corretti? Le condizioni offerte sono davvero soddisfacenti? Le richieste dei candidati sono forse eccessive? È giusto accontentarsi del reddito di cittadinanza?
Il quadro degli alberghi
Il tema è molto dibattuto, così come la carenza di personale, in certi settori, è molto sentita. Si pensi al comparto turistico: Alessandro Fantini, vicepresidente di Federalberghi Brescia, evidenzia che, a stagione calda ormai iniziata, gli hotel di laghi, città e montagna lamentano ancora la carenza di oltre il 20% del personale. Con tutte le conseguenze del caso, come «la necessità di riorganizzare il lavoro rendendolo più flessibile - spiega Fantini -, la rinuncia ad alcune prenotazioni di tavoli o stanze e il taglio dell’orario di servizio. Il problema non riguarda solo la nostra provincia: una volta nelle strutture arrivavano i curricula, ora non più. E la ricerca viene fatta attraverso le piattaforme on line».
Mancano anche gli autisti
Mancano cuochi e camerieri, si diceva, ma anche autisti. Però all’annuncio della Germani Spa di San Zeno che cerca 50 figure da pagare tra i 2.800 e i 3.500 euro al mese hanno risposto oltre mille persone in sole 48 ore. Secondo Giuseppina Mussetola, segretario provinciale Fai, «sono tutti incuriositi da condizioni economiche all’apparenza eclatanti che in realtà sono normali: 2.800 euro è la paga di un autista che fa tratte nazionali e si ferma anche a dormire la notte sul camion e 3.500 euro è lo stipendio di chi fa viaggi internazionali e si vede aumentare le spese. Certo il premio fa gola (5-6mila euro una tantum) e la comunicazione è studiata bene».
Il problema della carenza di personale nel settore, insomma, rimane: «Nel Bresciano mancano tremila autisti, ci sono aziende con i camion fermi - spiega Mussetola -. I motivi sono molteplici: ai tempi della leva militare in molti tornavano a casa con la patente per guidare i camion e decidevano di utilizzarla per trovare lavoro; fare la patente implica costi notevoli e su questo punto, come Fai, ci stiamo battendo; manca, poi, la volontà di svolgere questo lavoro: tanti lo abbandonano per andare in fabbrica demotivati dalle lunghe attese ai punti di carico e scarico del materiale».
Servono 200 operai per la vendemmia
La ricerca di personale è nel vivo anche in vista della vendemmia di agosto e settembre: E-work sta individuando per conto di Saf (Servizi agricoli Franciacorta) 200 operai agricoli disposti a lavorare nelle vigne nei mesi di agosto e settembre. Negli ultimi anni, sottolinea Paolo Reboni, segretario della Cisl di Brescia, «il 95% delle persone impegnate nella vendemmia era di origine straniera. Come in passato siamo al lavoro per collocare in vigna un centinaio di rifugiati».
Coldiretti Brescia conferma che «gli italiani sono il 5%, prevalgono romeni, polacchi e indiani. Il 90% delle aziende si rivolgono a ditte esterne, affidando loro la ricerca di personale e il processo di raccolta». In vista della stagione 2022 «non sono stati riscontrati disagi nella ricerca di personale», sostengono sia Confagricoltura Brescia sia Coldiretti: «È evidente, però - aggiunge quest’ultima -, un calo dei lavoratori nel settore».
I dati sugli occupati in Lombardia
Un segnale positivo, in generale nel mondo del lavoro, arriva da Unioncamere Lombardia, il cui report mette in evidenza che nel primo trimestre 2022 gli occupati in Lombardia sono 4,3 milioni, 133mila in più rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso. La crescita è del 3,1%, un valore inferiore al dato italiano (+4,8%). Il tasso di occupazione si conferma però tra i più elevati a livello nazionale, attestandosi al 67,1%. E quello di disoccupazione scende al 5,5%, un valore inferiore sia al 2021 sia ai livelli pre-crisi.
Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia, sottolinea che «l’occupazione in Lombardia continua a crescere, ma la partecipazione al mercato del lavoro è ancora al di sotto dei livelli del 2019 e molte imprese segnalano difficoltà nel reperire il personale. È quindi importante favorire l’incontro tra domanda e offerta, lo sviluppo delle competenze ricercate dalle imprese e supportare la conciliazione tra lavoro e vita privata per incentivare la partecipazione femminile».
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