Dal «patto» con Martinazzoli alla metro: i legami di Roberto Maroni con Brescia

Nel 2008 la firma nella Leonessa del primo patto per la sicurezza. Sul Garda per l’amore della vela
L’inaugurazione della metro di Brescia nel 2013 con Corsini, Paroli e Maroni - Foto © www.giornaledibrescia.it
L’inaugurazione della metro di Brescia nel 2013 con Corsini, Paroli e Maroni - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Ci sono almeno due momenti che legano Roberto Maroni alla storia recente di Brescia: la metropolitana, inaugurata proprio dall’allora governatore leghista; e la passerella di Christo Floating Piers sul Lago d’Iseo, evento su cui Maroni aveva scommesso molto per rilanciare il Sebino.

Ma c’è un episodio meno conosciuto dal quale si può partire. Nel 1995 si tengono le elezioni regionali in Lombardia. La Lega ha appena rotto con Forza Italia e il primo governo Berlusconi è caduto a fine 1994. A gennaio nasce il governo Dini, sostenuto da Pds, Partito Popolare e Lega Nord. Dentro questo quadro politico, Mino Martinazzoli e Valter Veltroni, che un anno prima hanno dato vita ad un embrione dell’Ulivo, proprio a Brescia, dove un’alleanza di centrosinistra ha conquistato la Loggia, chiedono a Roberto Maroni di candidarsi a presidente della Regione Lombardia con il sostegno delle stesse forze che sostengono il governo Dini. Maroni dà la sua disponibilità. Ma viene stoppato dal leader del Carroccio Umberto Bossi e dalla base leghista. Non se ne fa nulla.

Alle regionali dell’aprile 1995 vince Roberto Formigoni, sostenuto da FI, Ccd e An. Il candidato del centrosinistra (Pds-Ppi-Verdi) si ferma al 27%. La Lega sceglie la corsa solitaria, ottenendo il 18,7% con Francesco Speroni.

La metropolitana

Maroni si rifarà nel febbraio 2013 quando otterrà la fiducia del 43% dei lombardi diventando presidente della Regione, sostenuto da tutto il centrodestra. Eletto da pochi giorni, sarà a Brescia per l’inaugurazione della metropolitana (2 marzo 2013), sul palco con l’allora sindaco Adriano Paroli e l’ex primo cittadino Paolo Corsini. Poi due tappe ravvicinate, il 12 aprile e il 17 maggio 2013 quando l’intera amministrazione regionale sarà in Loggia per quelle che al tempo erano «giunte itineranti» sul territorio.

In quell'occasione Maroni stanzierà le prime risorse per la gestione della metropolitana, un contributo di start up di 6 milioni spalmato su tre anni. Fondi anche per i progetti dell’Ospedale Civile e per la bonifica della Caffaro.

C’è poi il suo impegno per rilanciare il lago d’Iseo, con il grande evento Floating Piers ma anche altre iniziative dedicate al Sebino. Con il Patto di sviluppo della Lombardia ha poi rilanciato il progetto del treno suburbano sulla Brescia-Iseo-Edolo.

Prima degli anni da governatore, Maroni è stato ministro del Lavoro (2001-2006) e dell’Interno (1994; 2008-2011). Da numero uno del Viminale ha siglato il primo Patto per la sicurezza proprio a Brescia. «Per una volta Brescia è venuta prima della capitale» spiegò, elevando la Leonessa a «laboratorio sul fronte della sicurezza».

La figura

Da segretario federale della Lega Nord (2012-2013) strinse rapporti forti con la base bresciana, in cerca di rinnovamento dopo l’epoca del «cerchio magico». È stato leader e faro dei «barbari sognanti», aiutando il Carroccio a voltare pagina. Il messaggio della «macro-regione» al posto della «Padania» non ha però convinto fino in fondo i lumbard. Più incisivo il rfeerendum per l’Autonomia voluto nell’ottobre 2017.

Appassionato di vela, è stato spesso ospite della Centomiglia sul lago di Garda, a Bogliaco. Milanista doc, ha portato anche a Brescia il volto competente e gentile della Lega.

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