Da inizio anno sono morte sulle montagne bresciane 13 persone

Il calcolo tiene anche conto di coloro che sono nati fuori dai confini provinciali. Solo a marzo decedute 5 persone
Il soccorso alpino - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Dietro ogni freddo numero, ci sono sempre storie di persone, che purtroppo hanno trovato la morte in circostanze drammatiche, lasciando un dolore immenso nelle persone che le amavano. Ma i dati non possono essere ignorati e sulle montagne da inizio anno sono già 12 le vittime: un numero che raggruppa sia le morti avvenute nel Bresciano sia gli escursionisti bresciani deceduti fuori provincia.

L'ultimo in ordine temporale è l'89enne Marino Ruggeri che ha perso la vita il giorno di Ferragosto nei boschi sopra Paspardo cadendo in un canalone nei boschi sopra casa. La penultima vittima è invece il giovane medico di Lumezzane, Emilio Gentile, 26 anni di Lumezzane, morto ieri in Val Brembana.

Il mese peggiore è stato marzo, con ben cinque croci: il primo è stato il 24enne Matteo Gadaldi, originario di Ponte in Valtellina, precipitato durante la scalata della cascata della Madonnina in Val d’Avio, in alta Valcamonica. Nicola Gaudenzi aveva 53 anni: un malore lo ha stroncato mentre stava facendo un’escursione sulla Maddalena, sopra l’abitato di Botticino. Insegnava scienze motorie al Liceo Gambara ed era un maestro di karate di casa a Flero.

È morta invece in ospedale a Bergamo Gabriella Barbieri, donna di 53 anni originaria di Darfo Boario Terme precipitata per oltre 70 metri in un canalone sopra Valbondione, nella Bergamasca. Gianluigi Brenna, scialpinista classe 1957, ha perso la vita dopo essere precipitato in un canale per oltre 200 metri mentre stava percorrendo un tratto esposto del monte Cornetto del Bondone, lungo il versante ovest verso Cavedine e la valle dei Laghi, in Trentino. Omar Ferrero, 42 anni, di San Secondo di Pinerolo, era in gara da quasi due ore, nel gruppo di testa all’Adamello Ski Race. Improvvisamente si è accasciato a terra, stroncato da un arresto cardiaco.

A fine maggio, in tre giorni si sono registrate altrettante vittime: Evelina Tomasoni, 54enne di Manerbio, è stata colpita da un fulmine mentre si trovava sul versante del monte Guglielmo tra Pisogne e Zone. Lo stesso evento meteorologico potrebbe aver condotto alla morte di Antonio Fratus, 60enne di Palazzolo sull’Oglio, trovato morto dopo due giorni di ricerche. Riccardo Pelamatti, 70enne residente a Montecchio di Darfo, è morto invece lungo i sentieri nella zona della Sacca di Esine che ben conosceva, forse colpito da un malore o forse avendo perso l’equilibrio per il terreno bagnato, finendo nel dirupo dove è stato trovato senza vita. Marco Borsari, escursionista emiliano di 46 anni, è morto a luglio nella zona del Dosso Pasò, tra Corteno Golgi e l’Aprica.

L’8 agosto sono morti Luigino Gusmeroli, 76anni, residente a Dazio in provincia di Sondrio, (incidente in Adamello) e il 79enne cremonese Carlo Capurso, precipitato per oltre 150 metri ad est della Cima Moren in territorio di Borno. 

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