Cyberbullismo, pericolo senza volto: un ragazzo su sei ne è stato vittima

Tassi più alti tra ragazze e giovanissimi, il fenomeno ulteriormente cresciuto durante la pandemia
Loading video...
BULLISMO, PERICOLO NASCOSTO
AA

Ancora la volta la pandemia è responsabile di un peggioramento, uno spartiacque tra il prima e il dopo. E così anche il cyberbullismo ha subito un’impennata a partire dal tempo del Covid, il perché è facilmente intuibile: chiusi in casa eravamo perennemente coi telefonini in mano a navigare in rete, luogo (o non luogo se preferite) dove i pericoli trovano terreno fertile, soprattutto per i più giovani.

La Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, che si celebra oggi, è l’occasione per fermarci a riflettere su tutto questo, magari anche per impegnarci a migliorare un po’ le cose, non è facile ma è doveroso. «L’impegno degli adulti è fondamentale, devono capire ciò che sta accadendo e devono essere accanto alle giovani per aiutarle a reagire al bullismo», chi parla è la professoressa Simona Caravita, esperta del tema anche per avere curato una ricerca con l’Università Cattolica di Brescia sul bullismo etnico che verrà presentata a fine mese;attualmente insegna in Norveglia e continua a occuparsi di bullismo e cyberbullismo, stavolta a livello europeo.

I numeri

Idati parlano chiaro. Il 15% degli adolescenti italiani (più di 1 su 6) dichiara di essere stato vittima di atti di bullismo e di cyberbullismo almeno una volta nella vita. La percentuale è più alte tra le ragazze e tra i più giovani, con proporzioni di circa il 20% negli undicenni che progressivamente si riducono al 10% nei più grandi. Cifre che emergono dalla rilevazione 2022 del Sistema di sorveglianza «Health Behaviour in School-aged Children - Comportamenti collegati alla salute dei ragazzi in età scolare», coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità insieme alle Università di Torino, Padova e Siena, con il supporto del ministero della Salute, la collaborazione del ministero dell’Istruzione e del Merito e tutte le Regioni e Aziende Sanitarie Locali.

Rispetto alla rilevazione del 2017/2018 la frequenza di atti di bullismo sembra essere stabile, mentre il cyberbullismo ha visto un’impennata specie nei giovani di 11 e 13 anni. «Il cyberbullismo è letteralmente esploso con la pandemia- sottolinea la professoressa Caravita -, va però fatta una precisazione, il cyberbullo nell’80% dei casi è anche un bullo "tradizionale", stesso discorso per la vittima».

Il cyberbullismo è una dinamica «fortemente associata alla diffusione dei social network», scrive l’Iss in una nota. Tragedie. «Ovviamente sono due forme di violenza ugualmente gravi e deprecabili - prosegue la docente -, ma va fatta una precisazione. La vittima di bullismo fisico, magari in ambito scolastico, "stacca" quando torna a casa, resta certo una situazione psicologicamente pesante, ma per alcune ore c’è la possibilità di razionalizzare quanto sta accadendo, con il cyberbullismo no: se una tua foto viene presa di mira sui social la tensione è continuativa, non c’è mai tregua. Questo per i giovani è devastante».

«Il cyberbullismo è quindi ancora più insidioso - prosegue Caravita -, genera un malessere incessante che a lungo termine incide in maniera sulla vita, anche futura, delle vittime. Igiovani cadono così in depressione, che può portare, nei casi più tragicamente pesanti, fino al suicidio».

La professoressa cita il caso di Carolina Picchio. Nella notte tra il 4 e il 5 gennaio 2013 Carolina pose fine alla sua vita gettandosi dal balcone della cameretta. Aveva 14 anni ed era una campionessa di atletica, bravissima a scuola e da tutti descritta come allegra e solare. Tutto era partito dal video di una sera in cui, evento unico, Carolina aveva bevuto troppo perdendo i sensi. Sei ragazzi, tra cui un maggiorenne, si erano filmati mentre mimavano atti sessuali su di lei pronunciando frasi irripetibili.

Il video era diventato virale in rete, accompagnato da insulti e una valanga d’odio. Carolina si è lanciata dalla finestra proprio la sera in cui ha visto il video. Il processo per i sei bulli si è rivelato complicato anche per l’assenza di una legge sul tema, e si è concluso con l’estinzione dei reati a carico dei minorenni mentre il maggiorenne aveva già patteggiato per una pena sospesa di un anno e quattro mesi.  

Quella legge è poi arrivata, firmata dalla senatrice Elena Ferrara, professoressa di musica di Carolina poi eletta in Senato. «Nessuno mi restituirà mia figlia ma questa legge che punta alla prevenzione e alla rieducazione, è per lei» ha commentato il padre Paolo.  E qui torna il ruolo degli adulti, «ai giovani bisogna spiegare che anche un like sotto una foto sbagliata è compartecipare a un atto di bullismo, dobbiamo educarli a un uso consapevole dei social, della rete. La società nel suo complesso deve agire compatta, solo così qualcosa potrà davvero migliorare, ma dobbiamo crederci davvero tutti».

Icona Newsletter

@Buongiorno Brescia

La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato