«Covid, personale no vax in corsia ma ai familiari viene richiesto il Green pass»

Subito avviato il reintegro dei 350 sanitari ma ora le restrizioni sono solo per ospiti e visitatori
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MEDICI NO VAX, OGGI IL RIENTRO
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In totale sono 350 i bresciani che, dal primo novembre, con due mesi di anticipo rispetto a quanto previsto dalle precedenti norme, possono ritornare al loro posto di lavoro.

La sanatoria dei no vax interessa medici e infermieri, ma anche esercenti le professioni sanitarie (tecnici di radiologia ed altre), operatori sociosanitari e amministrativi di ospedali e strutture impegnate in ruolo di cura e assistenza delle persone.

Immediato il reintegro al lavoro per il centinaio tra operatori sociosanitari e amministrativi non vaccinati, mentre per medici, infermieri e tecnici sospesi si attende che siano gli Ordini professionali a revocare la sospensione per poi procedere al reintegro. In realtà, già ieri mattina Luigi Peroni, presidente dell’Ordine delle professioni sanitarie di Brescia, dopo aver recepito il decreto del Consiglio dei ministri del 31 ottobre, ha inoltrato tramite Pec (posta elettronica certificata) e mail a tutti gli iscritti l’informativa della cancellazione della sospensione dei 65 iscritti che possono regolarmente ritornare al lavoro.

Il reintegro

Per i medici - 88 in tutto i sospesi su 8.060 iscritti all’Ordine di Brescia - si attendono oggi indicazioni dalla Federazione nazionale per procedere in modo omogeneo su tutto il territorio del Paese. Anche per gli infermieri - un centinaio i sospesi - la revoca della sospensione avverrà in giornata. Poi, via libera al ritorno ai luoghi di lavoro.

Se la decisione del Consiglio dei Ministri non lascia adito a fraintendimenti, a rimanere senza risposta è il comportamento da adottare da parte di Rsa e ospedali nei confronti dei visitatori e di alcuni pazienti sottoposti a terapie fisiche, solo per fare un esempio, che per entrare nelle strutture devono esibire il Green Pass che certifichi l’avvenuta somministrazione di tre dosi di vaccino anti Covid-19 o, in alternativa, di due dosi più il tampone molecolare negativo effettuato nelle ultime 48 ore.

Mascherine e restrizioni

«Ci auguriamo che questo aspetto venga chiarito al più presto, anche perché le Rsa sono le strutture nelle quali sono ancora in vigore le maggiori restrizioni anti Covid: bene la proroga dell’utilizzo delle mascherine Ffp2, ma queste sono solo una parte del problema» afferma Stefania Mosconi, direttore generale di Fondazione Casa di Dio, realtà che a Brescia gestisce quattro Rsa. Provvedimenti organizzativi che dovrebbero arrivare dalla Regione. Indispensabili per superare alcune contraddizioni che creano confusione, disorientamento e rabbia.

«Come, i no vax tornano in corsia e noi non possiamo liberamente andare a far visita alle persone care ricoverate in ospedale o ospiti nelle Rsa senza esibire ogni giorno il Green pass e rispettare orari molto penalizzanti» afferma la parente di un’anziana.

Contraddizioni

Sono attesi ad ore provvedimenti organizzativi da parte delle Regioni, in cui si faccia chiarezza su comportamenti e ruoli, mentre per i lavoratori le direzioni sanitarie valuteranno le singole posizioni per stabilire in quali reparti è opportuno inserire medici e personale non vaccinato, a tutela dei pazienti, in particolare dei più fragili. È certo, tuttavia, che ai no vax reintegrati per legge dal primo di novembre, indipendentemente dalla decisione delle singole strutture, dovrà essere corrisposto regolare stipendio.

I dati di alcune delle principali strutture bresciane confermano che la maggioranza di medici e personale sanitario non vaccinato non è dipendente, ma svolge la libera professione. A Fondazione «Casa di Dio» (Rsa Casa di Dio, Residenza, Luzzago e Feroldi) gli «irriducibili» sono rimasti 4 su 432. In Poliambulanza, zero medici e due infermieri. All’Asst Spedali Civili zero medici, 23 infermieri, 15 tra operatori sociosanitari e ausiliari e dodici tra amministrativi e tecnici.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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