Covid nel Bresciano: i positivi sono oltre mille, ma i casi reali sarebbero 60mila

Per l’esperto La Vecchia il 5% della popolazione è infettata dal virus, ma rimane nell’ombra
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COVID: CONTAGI SOTTOSTIMATI
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Ufficialmente ieri i nuovi positivi nel Bresciano erano 1.035. I casi reali, però, potrebbero essere fino a 60mila, secondo una stima effettuata dall’epidemiologo Carlo La Vecchia, docente di Statistica medica dell’Università di Milano. Dunque, sebbene l’andamento settimanale della pandemia presenta numeri che non lasciano adito a dubbi sulla contagiosità dell’ultima variante Omicron del virus, è probabile che i positivi siano almeno cinque ogni cento persone.

I casi ufficiali nel periodo dal 27 giugno al 3 luglio nella nostra provincia sono stati 8.579, 687 ogni centomila abitanti, con un aumento del 38,89% rispetto ai sette giorni precedenti. Ieri i nuovi positivi erano 1.035.

Spiega La Vecchia: «Se pensiamo a una stima dei casi reali, è probabile che oggi almeno il 5% degli italiani sia positivo. Una percentuale che si traduce in un numero compreso fra 2 e 4 milioni di individui, probabilmente intorno a 3 milioni». A livello nazionale, a fronte del milione di casi noti, ci sarebbero perciò «circa 2 milioni di casi non registrati, probabilmente con pochi sintomi o nessuno». La notizia confortante, in questa girandola di numeri e percentuali, è che l’aumento dei ricoverati per Covid negli ospedali non ha registrato impennate tali da mettere ulterioremente in ginocchio un Servizio sanitario già stremato da oltre due anni di emergenza sanitaria legata alla pandemia. Nel Bresciano (dati aggiornati a sabato sera) i ricoverati in area medica erano 153 e uno soltanto in terapia intensiva. Ieri, il dato è su base regionale, non ci sono stati ricoveri nelle terapie intensive e sono leggermente diminuiti quelli nei reparti. La percentuale di occupazione dei posti letto in terapia intensiva rimane ferma all’1%, tre punti in meno rispetto allo stesso giorno del 2021 e quella in area medica è pari al 9% a fronte del 4% dello scorso anno.

Logica imporrebbe, se non di esultare perché ogni persona malata merita rispetto, almeno di essere ottimisti, perché a questo ci induce la realtà. Ovvero, una persona sola in terapia intensiva su una popolazione di 1,2 milioni di abitanti e a fronte di una stima di casi reali positivi pari a sessantamila solo nel Bresciano. Scegliamo la linea della cautela, perché del virus ancora non si conoscono tutti gli aspetti. L’andamento epidemiologico di certo evidenzia che la sottovariante Omicrono BA.5 o molto contagiosa, con un numero di riproduzione di base R0 intorno a 20.

«Vale a dire che ogni individuo infetto può causare in media 20 nuove infezioni e questo rende il tracciamento di fatto impossibile» osserva La Vecchia. I casi di Covid-19 in Italia hanno cominciato a risalire da circa un mese, con un aumento del 28% registrato nella prima settimana di giugno fino a un +60% della terza settimana, seguito da un aumento del 53%: «Alla luce di questi dati comincia a vedersi un appiattimento dei contagi registrati, ma quelli veri sono enormemente di più».

Lo indica, per esempio, il tasso di positività fino al 27%, che risulta dal rapporto fra il numero dei casi e i test, che sono circa 300.000 al giorno, un numero basso rispetto al milione al giorno del gennaio scorso.

«A fare i tamponi - aggiunge l’esperto - sono gli asintomatici e coloro che devono uscire dalla quarantena. Anche alla luce di questi dati, è chiaro che il milione die casi di Covid-19 registrati in Italia è distante dalla realtà». Questa ondata estiva di Covid-19 è singolare, con una circolazione del virus SarsCoV2 decisamente alta e un progressivo aumento dei casi. La Vecchia: «Sappiamo che l'estate rende la trasmissione dei virus respiratori più difficile, ma quanto sta accadendo riflette la contagiosità di questa sottovariante del virus. Tanto che, per avere un altro esempio di un’epidemia causata da un virus respiratorio così forte durante l’estate, bisogna risalire alla prima ondata della Spagnola, della quale però non abbiamo dati sulla contagiosità».

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