Covid, la curva scende: dieci giorni per superare il «rosso»

La curva del contagio ha iniziato la discesa. Negli ultimi 7 giorni le nuove infezioni da Coronavirus nel Bresciano sono state il 15% in meno rispetto ai sette giorni precedenti. Anche l’indice Rt è sceso sotto quota 1,5. Un «arancione tecnico» che avrà però bisogno di altri dieci giorni prima di trasformarsi in realtà. Va prima consolidato il trend in calo per poter uscire dalla zona rossa e consentire, per quanto possibile, di passare un Natale sereno.
L’obiettivo è infatti quello di far scendere il famoso Rt (l’indice di trasmissibilità) sotto l’1. A livello regionale fino a due settimane fa era sopra il 2, ora è in lenta ma costante discesa. Ma se l’Rt misura la velocità di diffusione del contagio, sono 21 i parametri presi in considerazione dalla cabina di regia di Ministero e Istituto superiore di sanità per stabilire il grado delle restrizioni di un territorio.
Numeri. Nel Bresciano, per paradosso, ora l’Rt è più alto che non a Milano, dove pure la situazione è ben più critica. Basta raffrontare l’incidenza dei contagi sulla popolazione degli ultimi 30 giorni per accorgersene: la provincia di Monza-Brianza è in vetta alla classifica insieme a Varese e Milano. In questa porzione di Lombardia si contano quasi 3mila casi di Covid ogni 100mila abitanti. Un dato cinque volte superiore a Bergamo (516 positivi ogni 100mila abitanti) e 4 volte a Brescia (866). La nostra provincia si colloca nella metà bassa della classifica. Certo, i positivi restano alti. Ma è un dato legato all’alto numero di tamponi, senza scordare che l’80% dei nuovi casi è asintomatico. Cresce anche la pressione sugli ospedali, ma, com’è giusto che sia, un terzo dei posti letto delle strutture bresciane è occupata da pazienti di altre province, in particolare dell’Ovest Lombardia. Di certo i casi degli ultimi sette giorni sono in calo rispetto alla settimana precedente. A Brescia come in Lombardia. La curva di ricoveri e terapie intensive con ogni probabilità continuerà invece a crescere, perché in questo caso l’onda ha un «ritardo» di due-tre settimane.
Strategia. Fatto sta che oggi pomeriggio il governatore Attilio Fontana e i sindaci dei comuni capoluogo si troveranno per fare il punto in vista della verifica col Ministero.L’idea a cui si lavora è quella di un allentamento progressivo: dal 27 novembre il passaggio da rosso ad arancione, mettendo nel mirino il giallo per Natale. Si vedrà. Intanto il presidente dell’Associazione Comuni Bresciani Gabriele Zanni è tornato a chiedere un’applicazione delle restrizioni su base provinciale. «Abbiamo già scritto una volta a Speranza e a Fontana perché si rispettasse quanto previsto dal dpcm» ovvero una valutazione dei dati su base provinciale. «Purtroppo con esito negativo - spiega Zanni -. Non siamo irresponsabili o negazionisti, ma siamo pronti a valutare altre iniziative se non sarà rispettato quanto stabilito». Zanni spiega che in oggi in Italia i numeri della provincia di Brescia «non sono gli stessi di Varese, Monza o Milano. Noi non diciamo per forza fuori dalla zona rossa, diciamo di valutare con oggettività i dati del contagio. Se poi i dati della pandemia ci diranno che dobbiamo restare nella zona rossa, saremo i primi a dirlo. Ma se i dati racconteranno una situazione diversa, allora dovremo essere inseriti in una zona con un livello inferiore».
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