Covid e spettacoli, metà del pubblico non è tornato in sala

A demotivare è anche la mancanza di offerte di qualità. La ricerca di Regione Lombardia
IL PUBBLICO DELLO SPETTACOLO
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Un calo del 76% dei biglietti staccati in cinema, teatri e sale da concerto in Lombardia, e un appassionato di spettacolo dal vivo su due che, nella nostra regione, non è ancora ritornato in sale e teatri.

Soprattutto per paura del contagio, ma anche per mancanza di offerte appetibili. Sono i dati più eclatanti che emergono dall’indagine commissionata da Regione Lombardia e Fondazione Cariplo, nell’ambito del progetto Next - Laboratorio delle idee, presentata ieri dall’assessore regionale alla Cultura Stefano Bruno Galli, alla presenza del presidente di Agis, Associazione generale italiana dello spettacolo, Mino Dinoia.

La ricerca, realizzata da Fondazione Fitzcarraldo, si è avvalsa della collaborazione di Esselunga che ha messo a disposizione la banca dati dei 22mila possessori di Carta Fidaty in Lombardia: 2.795 coloro che hanno risposto. I dati, a distanza di quattro mesi dall’indagine (condotta tra il 10 e il 20 dicembre 2021, in epoca di ripresa della pandemia) potrebbero essere già cambiati. Ma offrono comunque materiali di riflessione.

L’89,1 % del campione, concentrato a Milano e area metropolitana (per il 63,9%; bresciani il 7,3% di chi ha risposto) e prevalentemente over 45, aveva partecipato a spettacoli in presenza prima della pandemia, frequentando indifferentemente cinema, teatro e concerti. Dalla riapertura dopo il secondo lockdown (ad aprile 2021) fino a dicembre, però, il 49,6% non aveva ancora ripreso l’abitudine, il 35,1% era tornato a frequentare i luoghi dello spettacolo ma con minore assiduità, il 12% come prima, e il 2,4% più di prima.

Tra le motivazioni che ostacolano il ritorno o la minor frequentazione, quasi la metà (il 48,6% e il 47,1% rispettivamente) ha addotto la paura del contagio. Ma il 12,9% di chi non ha ripreso, e il 14,6% di chi ha ridotto la frequentazione, non ha trovato «nulla di interessante da vedere», il 10,7% e l’11,9% rispettivamente ha «cambiato le abitudini», e il 7,1% e il 7,9 ha utilizzato la fruizione online.

«Non mi preoccupa il ricorso alla fruizione digitale - ha sottolineato Galli - che la maggioranza considera transitoria, ma le abitudini sono cambiate, e gli esercenti devono tenerne conto. Si chiede maggiore comfort e sicurezza degli spazi, ma soprattutto un livello di qualità che stimoli la partecipazione in presenza. Credo si debba ripensare il sostegno alla cultura tramite i bandi - ha concluso l’assessore -, le risorse sono sempre meno, è necessario un cambio di passo».

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