Covid, casi raddoppiati e ricoveri in crescita anche a Brescia

La voglia di voltare definitivamente pagina è umanamente comprensibile. Ma è un desiderio che si scontra con la realtà: il Covid non è sparito. Tant’è che nell’ultima settimana la percentuale di ricoveri è aumentata del 25,3%. Un dato che si riferisce soprattutto all’area medica e non alla terapia intensiva a dimostrazione che oggi l’infezione da SarsCov2 raramente determina quadri severi.
Il tasso di ospedalizzazione in area medica cresce con l’aumentare dell’età, a conferma che nelle persone anziane, fragili e con patologie multiple la presenza del virus può aggravare lo stato di salute, peggiorando la prognosi delle altre patologie croniche già presenti.
La situazione
Negli ospedali bresciani i ricoverati per - o con - Covid sono oltre duecento, di cui tre in terapia intensiva. Il numero maggiore, un centinaio in tutto, si trova al Civile e gli altri sono distribuiti nella rete ospedaliera pubblica e privata convenzionata della nostra provincia. Utile confrontare i dati con quelli dello stesso periodo di dicembre degli anni scorsi, a cominciare dal 2020 quando tutto è iniziato. Dati che si riferiscono all’Ospedale Civile che, puntualmente, forniva il quadro della situazione.
Nel 2020, dunque, nell’ospedale pubblico cittadino c’erano 263 persone con Covid, di cui 24 in terapia intensiva; nel 2021 erano 246, di cui diciassette in condizioni gravi: nel 2022 erano scesi a 97, di cui cinque in terapia intensiva. La lettura del dato di oggi potrebbe essere fuorviante, perché rimanda ad una realtà peggiore rispetto a quella dello scorso anno.
Il distinguo
È un confronto utile per sottolineare che il virus non è sparito ma che richiede un approfondimento. A venirci in aiuto è la Fiaso, la Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere che ogni settimana rileva l’andamento delle infezioni da SarsCov2 raccogliendo i dati degli ospedali sentinella di cui fa parte anche l’Asst Spedali Civili di Brescia:
«I dati rilevano ancora una volta in queste ultime settimane come negli ospedali solo il 26% dei pazienti sia ricoverato per Covid, ovvero con sindromi respiratorie e polmonari, mentre il 74% è ricoverato con Covid, cioè in ospedale per curare altre malattie ma trovato positivo al coronavirus».
Le difficoltà
«I numeri dell’ultima rilevazione confermano il trend in crescita - spiega il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore -. Assistiamo a una maggiore circolazione del virus che impatta, seppur in minima parte, sugli ospedali incrementando i ricoveri. L’età media dei pazienti, tuttavia, rimane elevata, pari a 76 anni, questo evidenzia come il Covid in questa fase sia pericoloso soprattutto per anziani affetti da altre patologie che il virus contribuisce ad aggravare. Di contro, la campagna vaccinale registra ancora una adesione molto bassa».
Una campagna vaccinale antiCovid che procede a rilento e che nel Bresciano registra, ad oggi, meno di cinquantamila persone vaccinate, di cui poco meno di 33mila con età pari o superiore ai sessant’anni. Poco più di quattromila sono le persone vulnerabili per patologie che si sono vaccinate, e poco più di tremila gli operatori sanitari.
Le nuove varianti
La nuova ondata di Covid è caratterizzata principalmente dalla diffusione di nuove varianti del virus, come Eris, Pirola e Kraken. Identificate in diversi paesi, tendono ad avere una maggiore trasmissibilità, ma non necessariamente una maggiore gravità. L’aumento di contagi e ricoveri, sommata alla scarsa adesione alla campagna vaccinale, può tuttavia mettere a rischio le persone che hanno più probabilità di contrarre una forma grave della malattia.
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