Coronavirus, l'allarme: un morto su 7 è bresciano

Segno che non c’è ancora piena consapevolezza di quanto siano importanti le misure di contenimento
Operatori al lavoro senza sosta in tutti gli ospedali bresciani - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Operatori al lavoro senza sosta in tutti gli ospedali bresciani - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Brescia continua a crescere più del resto della Lombardia. Segno che non c’è ancora piena consapevolezza di quanto siano importanti le misure di contenimento. Bergamo resta la provincia lombarda con maggiori contagiati (3.993 casi positivi al coronavirus). Ma la progressione negli ultimi giorni ha rallentato: +20% il 14 marzo, +19% il 15 marzo, +10% il 16 marzo e +6% ieri. Nella nostra provincia, invece, la crescita resta a due cifre: ieri +13%, nei giorni scorsi +19%, + 16,5%, + 18%.

 

 

I casi positivi registrati nelle tabelle delle Ats bresciane nelle ultime 24 ore sono stati 427, cifra che porta a 3.307 i contagiati. La Bassa e l’Ovest restano i maggiori focolai: a Orzinuovi si è arrivati a 139 casi (ieri «solo» sei in più), a Montichiari 86 (+7). Anche piccoli paesi come San Paolo devono registrare situazioni pesanti: 42 contagiati e un nuovo decesso. Ormai la mappa si colora anche nelle valli: 22 casi a Lumezzane, 28 a Sarezzo. Ma soprattutto va registrata la crescita in Valcamonica, passata da 132 contagiati a 211 in una sola giornata. Darfo (+14) e Pisogne (+14) restano i paesi più colpiti, ma la crescita è spalmata un po’ ovunque. E i morti sono saliti a 13.

 

 

Ats ha rivisto il metodo di calcolo. Da oggi dovrebbe essere possibile confrontare dati omogenei, senza incorrere in «sbalzi» dovuti a ritardi nella registrazione dei numeri. Resta che il dato dei decessi si fa ogni giorno più pesante. A ieri sera i morti in provincia di Brescia erano 387. Sono più del 15% del totale nazionale. Uno su sette. E quasi il 25% del dato lombardo (1.640). Il tributo più importante resta quello della città (anche per la presenza di molte Rsa): 62 vittime, 11 in più rispetto a domenica.

 

 

Ma le ultime ore sono state drammatiche anche a Palazzolo e Ospitaletto, visto che in entrambi i paesi si sono contati 4 morti. Quattro nuovi decessi anche in Valcamonica. Uno a Temù, uno Ono San Pietro (due casi, due morti), uno a Darfo e uno Piancogno. Resta da capire se il nuovo metodo di calcolo indicherà una stabilizzazione dei numeri. Gli esperti prevedono che il picco potrebbe essere raggiunto tra giovedì e venerdì. C’è da augurarsi che sia così. E per contribuire a invertire la rotta, c’è una sola cosa che tutti noi possiamo fare: stare a casa.

 

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