Coronavirus e autismo: quel nastro blu da tenere d'occhio

Il 2 aprile è la Giornata Mondiale per la Consapevolezza dell'Autismo
AUTISMO E CORONAVIRUS
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«Se vedete una mamma e un bambino con qualche indumento blu o nastro blu che cammina nel tuo quartiere, non urlare, non insultarli! O se vedi una macchina con un nastro blu, lo stesso. Sono mamme di bambini con autismo che sono usciti per cercare di calmare la loro ansia, per loro questo è molto difficile». Ne sa qualcosa Patrizia Cristiani di Torino che ha condiviso questo messaggio diventato in virale sulla sua bacheca di Facebook. In poche ore il suo appello ha già superato le 76mila condivisioni. Da quando ha cominciato a non poter più uscire come faceva prima per l'emergenza coronavirus, suo figlio Vito è un altro bambino. I suoi otto anni e la diagnosi di autismo a due e mezzo non arrivano a capire i divieti imposti dall'emergenza coronavirus.

Niente più scuola, solo on line, niente più amichetti, lui che nonostante quella sindrome è socievole con tutti, e tutti quei visi con le mascherine che spaventano tanto perchè ricordano i dottori. E allora partono le risate alle due di notte che durano anche fino alle 7, le camminate ossessive avanti e indietro, i pianti disperati, le scarpe portate a mamma e papà. Un messaggio che più chiaro non potrebbe essere.

«La legge dice che possiamo uscire - spiega Patrizia mentre Vito le corre intorno - e infatti lo facciamo, Stando attenti alle distanze e indossando sempre qualcosa di blu. Ma le persone non sempre capiscono, e giudicano: qualche giorno fa mi si è avvicinato un automobilista e mi ha gridato parolacce. Che ne sanno loro di cosa significa per questi bambini vivere tutto il giorno in casa, non capendone i motivi». Vito ha sempre avuto una vita sociale molto piena: «Saluta tutti abbracciandoli e adesso che non può per strada si mette a piangere. Ho provato a spiegargli questa situazione attraverso l'uso di immagini, ma è difficile per lui. Anche se abbiamo il permesso per uscire sto cercando di insegnargli a restare a casa. Per fortuna non è autolesionista come molti bimbi autistici, ma va spesso alla finestra e per farci capire che vuole uscire lancia degli oggetti. Dobbiamo stare sempre molto attenti. Ma chi ha un figlio autistico adulto come fa?»

Il 2 aprile è la Giornata Mondiale per la Consapevolezza dell'Autismo. Il simbolo di questa malattia è il colore blu: «Giovedì cercheremo di uscire con un segno blu addosso, o un mantello blu sia per i genitori che per i figli. Sarà un momento per porre i nostri problemi all'attenzione pubblica, ricordando che in questo periodo i nostri figli non hanno più l'assistenza domiciliare e neppure l'aiuto di educatori in casa», dice Patrizia. Poi guarda il suo Vito e gli occhi chiari: «Fa rugby e nuoto, e ha tanti amici alla scuola Cottolengo, anche se non parla. Nella disabilità gli hanno tolto la normalità che per anni abbiamo cercato di conquistare».

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