Con il gelo arriva la neve, ma è chimica

Galaverna e neve chimica: l'arrivo (tardivo) dell'inverno sancito dal gelo e dal fenomeno dovuto a particelle inquinanti.
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Un po' in ritardo rispetto alla tabella di marcia, ma alla fine l'inverno è arrivato. Il risveglio in città e provincia è stato gelido, con minime vicine ai -7°C; da segnalare che domenica, sulla Bassa bresciana, sono arrivate anche le prime «giornate di ghiaccio», dato che la temperatura non ha mai superato lo zero nell'arco delle ventiquattro ore.
Ieri, quando le prime luci dell'alba hanno illuminato i campi coperti da un sottile strato bianco, in molti hanno subito pensato alla neve, ma in realtà si è trattato di galaverna: viene così chiamato quel fenomeno atmosferico per cui piccolissimi aghi di ghiaccio si depositano su ogni superficie, in presenza di nebbia e temperature rigide.
Eppure da alcune zone della città sono giunte segnalazioni di veri e propri fiocchi, che scendevano lenti e si depositavano al suolo; in questo caso si può parlare di «neve chimica».
Il nome è inquietante, ma si tratta di un fenomeno ben conosciuto in Pianura Padana e di per sé non pericoloso. Le particelle inquinanti presenti in atmosfera, quando la temperatura è sottozero, in alcuni casi possono favorire la formazione di veri e propri fiocchi di piccole dimensioni, che talvolta riescono addirittura ad imbiancare il paesaggio.
Una delle prime segnalazioni di «neve chimica» in Pianura Padana risale al periodo natalizio del 1984, quando a Segrate, nel Milanese, si verificò un'inattesa nevicata con nebbia. Da allora il fenomeno si è ripresentato più volte, specialmente in condizioni di alta pressione e inversione termica.
Solitamente la galaverna o la neve chimica riescono ad imbiancare le strade solo con un sottile velo, che raramente raggiunge lo spessore di 1-2 centimetri, ma tanto basta per rendere insidioso l'asfalto.
Il «mix» che ha portato il primo acuto invernale sul Bresciano è composto da due ingredienti fondamentali: l'irruzione fredda arrivata sul Nord Italia nella giornata di sabato ha provocato un primo abbassamento delle temperature, avvertito specialmente in alta quota.
Nei giorni successivi l'inversione termica ha favorito il ristagno dell'aria fredda in pianura, con la comparsa di fitte nebbie. Ed ecco che a Ghedi, secondo i dati rilevati dall'Aeronautica Militare, è arrivata la prima giornata termicamente sottomedia di questo mese: domenica, infatti, lo scarto rispetto alla norma del periodo è stato di -5,2°C.
Per il momento non sono attese precipitazioni, ma il freddo ci accompagnerà anche nei prossimi giorni. Non c'è dubbio, l'inverno è arrivato.

Riccardo Paroni

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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