Come funzionano i ricoveri Covid-19 negli ospedali lombardi
Ci risiamo. Gli ospedali devono riorganizzarsi per avere posti letto a disposizione dei pazienti Covid. La quarta ondata è in crescita da inizio mese e secondo gli esperti dovrebbe continuare a farlo almeno fino a Natale, prima di raggiungere una stabilizzazione e iniziare, poi, la discesa.
La direzione generale Welfare di Regione Lombardia ha inviato una circolare in cui è descritto nel dettaglio il modello organizzativo che, tuttavia, «può essere tempestivamente modificato in caso di mutate esigenze in relazione all'andamento epidemiologico delle prossime settimane». In questa fase, nella gestione di pazienti Covid, le strutture private accreditate e a contratto non sono coinvolte.
Va ricordato che la gestione ospedaliera del Covid-19 è di competenza regionale. Significa che non basta guardare ai ricoveri nei singoli ospedali di una certa città per capire come stanno andando le cose, perché i posti letti sono ripartiti sulla base di un calcolo complessivo che tiene conto di tutte le province e i pazienti di una città potrebbero essere ricoverati in un’altra.
Quanti sono i posti letto nelle terapie intensive Covid-19
Per Brescia e provincia i posti letto in terapia intensiva dedicati a Covid-19 sono 8, tutti alla Scala 4.0 dell'Ospedale Civile. Vi è la possibilità di attivarne altri due, singoli e isolati, che si trovano all'interno della Prima Rianimazione. Sempre al Civile sono previsti anche sedici posti letto di semintensiva. Su base regionale, i letti per i più gravi già attivi da giorni sono 58, ad oggi tutti occupati. Tuttavia, dal momento che al 25 novembre i ricoverati in terapia intensiva sono 74 (pari al 4,84% di tutti i posti letto attivabili su base regionale), sono già stati attivati ulteriori centri (nessun altro bresciano) che, nell'insieme, hanno 88 posti letto.
Come viene gestita la terapia intensiva Covid-19
La loro attivazione, si legge nelle indicazioni regionali, avviene «al raggiungimento della saturazione dei posti letto disponibili di terapia intensiva Covid 19 nei Centri attivi». Ancora, «l'attivazione dei posti in ciascun centro, fino ad un massimo di 8, potrà essere graduale con l'attivazione di due posti alla volta in base alle esigenze regionali». A gestire il collocamento dei pazienti nei vari ospedali della Regione è il Coordinamento regionale delle Terapie intensive tramite una interlocuzione diretta con i responsabili delle terapie intensive dei Centri attivi.
Quanti sono i posti letto in area medica Covid-19
Per le degenze in area medica sono attivi in Lombardia 18 Centri Hub di riferimento (ospedali grandi e specialistici), tra i quali vi è anche l'Asst Spedali Civili di Brescia con 80 posti letto complessivi attivati, di cui 16 di livello semintensivo. A livello regionale, gli hub hanno 753 posti letto, di cui 151 semintensivi. Dall'ultimo dato disponibile, l'occupazione dei letti in area medica da parte di pazienti Covid su base regionale è pari a 740, l'11,62% del totale dei 6.553 posti attivabili.
Oltre ai Centri Hub di riferimento, dunque per Brescia al Civile, si stanno gradualmente attivando letti Covid anche in Centri Spoke, ovvero in realtà più piccole e territoriali. Per la nostra provincia in totale sono 60, equamente suddivisi tra le Asst Garda, Franciacorta e Valcamonica. Sono 220 in tutta la Regione.
Come viene gestita l’area medica Covid-19
Quali le modalità di attivazione dei letti? Si legge nella circolare di Regione Lombardia: «Si stabilisce il principio in base al quale i pazienti rimangono ricoverati al Centro Hub (Civile) o Spoke (la altre tre Asst bresciane) dove è formulata la diagnosi di Covid-19, fatto salvo per quelli a più alta intensità di cura che saranno ricoverati al Centro Hub (Civile e altri diciassette in tutta la Regione) che dovrà garantire cure di livello semintensivo».
Cosa succede se non c’è più posto
Gli ospedali pubblici bresciani ricoverano pazienti Covid fino alla saturazione dei posti letto assegnati, raggiunta la quale sarà a carico di Areu (Azienda regionale emergenza ed urgenza) procedere al collocamento dei pazienti presenti in Pronto soccorso che «dovranno essere accolti d'ufficio dai centri con disponibilità di letti, previa verifica clinica della corretta indicazione al ricovero ospedaliero e del livello di intensità di cura identificato».
Rimane una porta aperta alla possibilità di non trasferire pazienti in aree lontane dal luogo di residenza. Per questo, in relazione a specifiche criticità locali e al fine di evitare trasferimenti di pazienti sulla lunga distanza, spetta al Welfare «concordare eventualmente con i Centri un ulteriore aumento dei posti letto».
Come stanno le terapie intensive lombarde rispetto a quelle delle altre regioni
Non male, per adesso. Dai dati aggiornati al 25 novembre risulta che al momento è occupato il 4,84% dei posti disponibili (1530 in totale). La regione messa peggio è il Friuli Venezia Giulia, che da lunedì passerà in zona gialla anticipando le nuove regole previste dal decreto del super Green pass. In giallo anche la provincia autonoma di Bolzano, che già martedì aveva raggiunto la soglia limite del 10% dei posti occupati in terapia intensiva. La zona gialla scatta con un'incidenza di nuovi positivi su 100mila abitanti superiore a 50, un'occupazione di letti dell'10% per le terapie intensive e del 15% per le aree mediche.
Le terapie farmacologiche
Tra le indicazioni inviate dalla direzione generale a tutti gli ospedali per far fronte alla quarta ondata della pandemia, l'invito ai Centri Hub, dunque al Civile, è quello di «identificare idonei spazi e percorsi organizzativi per incentivare quanto più possibile l'utilizzo dei farmaci monoclonali nei pazienti Covid-19 non ricoverati, come da indicazione dell'Agenzia italiana del farmaco». Si tratta in particolare di anticorpi monoclonali che non hanno ancora ricevuto l’approvazione dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema), ma che in Italia sono stati autorizzati in via temporanea con i decreti del ministro della Salute n. 32/2021 e n. 180/2021 (qui la scheda dell'Aifa).
Infine, nella circolare di Regione Lombardia viene raccomandato a tutte le strutture pubbliche e private di rinviare a dopo la negativizzazione dal Sars-Cov2 gli interventi chirurgi programmati e procrastinabili dei pazienti risultati positivi durante il pre ricovero.
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