Centro d’accoglienza profughi a Flero, primi arrivi dalla prossima settimana

Croce Rossa già al lavoro per sistemare il capannone. Il sindaco: «Non condivido, ma mi adeguo alla scelta»
I volontari della Croce Rossa impegnati nel capannone di Flero - Foto © www.giornaledibrescia.it
I volontari della Croce Rossa impegnati nel capannone di Flero - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Per tutta la mattina, ieri, il centralino degli uffici comunali di Flero è rimasto ingolfato dalle telefonate dei residenti: «Ma è vero? Quanti sono? Da quando? Dove esattamente? E per quanto tempo?». Le risposte non ci sono ancora tutte, ma passo dopo passo la road map che porterà all’apertura del nuovo centro temporaneo per l’accoglienza dei migranti si sta definendo. A partire dalla collocazione certa: i profughi alloggeranno nel capannone situato al civico 21 di via Francesco Lana, lontano dal centro abitato e nel pieno della zona industriale di Flero, a ridosso della Quinzanese. Ed è lì che, nell’arco di 24 ore, tra mercoledì e ieri pomeriggio, si è catalizzata l’attenzione istituzionale. Tra sopralluoghi e primi lavori.

La struttura

Partiamo dai punti fermi. La bussola è ormai posizionata: lo spazio faceva parte delle proprietà confiscate alle mafie ed è ora di proprietà statale. Inizialmente era stato al centro di un bando pubblico: l’obiettivo puntava a destinare il capannone ad archivio, ma la gara del marzo 2022 è andata deserta. Da allora, l’immobile è rimasto chiuso e inutilizzato. (Anche) per questo i lavori, inclusi quelli di natura strutturale, necessari per renderlo idoneo all’accoglienza non sono pochi. Serve dividere la struttura in tre blocchi: uno spazio servirà per l’accoglienza, uno per la zona notte in cui verranno collocati i letti, un terzo per la sala mensa e l’area giorno. Serve anche mettere mano ai servizi: bagni e docce sono già stati ordinati, ma poi bisognerà procedere con gli allacci.

Via Lana dovrebbe offrire ospitalità a un massimo di 25 persone per volta che si fermeranno a Flero via via rispettivamente qualche giorno, ovvero quanto necessario per ottenere un posto nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas). Per quanto tempo questa «staffetta» durerà (e dunque per quanto tempo il centro di Flero resterà operativo) è però difficile da stabilire: tutto dipende dai flussi e, quindi, dagli sbarchi. Ciò che al momento si ipotizza è una durata minima dell’attività: almeno due mesi, ma chi gestisce l’iter organizzativo immagina già che l’emergenza possa facilmente andare oltre.

Allerta

A Lampedusa sono ripresi gli sbarchi - Fonte  Sos Mediterranea
A Lampedusa sono ripresi gli sbarchi - Fonte Sos Mediterranea
Il fattore tempo condiziona anche un altro aspetto: c’è molta fretta di rendere lo spazio operativo, perché i primi migranti hanno già raggiunto lo snodo regionale di Bresso, sotto stress per un flusso che non accenna a diminuire. Tanto che i primi arrivi a Brescia sono attesi già per la prossima settimana.

In prima linea c’è la Croce Rossa Italiana che, avendo gestito sia l’accoglienza dei profughi afghani a Edolo sia gli aiuti per gli ucraini in fuga dal conflitto in corso, ha un’esperienza organizzativa rodata alle spalle. Non a caso i volontari sono già al lavoro da giorni: fino a mercoledì hanno gestito la fase di approvvigionamento dietro le quinte, recuperando il materiale necessario; da ieri mattina invece - quando l’imprimatur della Prefettura sul capannone di Flero è arrivato in via ufficiale - sono impegnati sul posto. Spiega la presidente della Cri bresciana Carolina David: «Stiamo pulendo a fondo il capannone, poi toccherà agli interventi strutturali e alla sistemazione dei servizi. Il tempo è poco, ma ci stiamo dando tutti da fare: è probabile che la prossima settimana saremo già operativi, abbiamo pochi giorni di tempo per concludere, insieme alla Prefettura, tutti i lavori».

Il Comune

 A gestire l’agitazione del paese, preso alla sprovvista, c’è il sindaco Pietro Alberti, che confessa: «Ho appreso la decisione da una telefonata della Prefettura e anche se non sono d’accordo, mi devo adeguare. Certo, vista l’esperienza del Cas, la comunità è preoccupata ma io sono il sindaco di Flero e non ho il potere contrattuale e la forza del sindaco del capoluogo, non si può combattere contro i mulini a vento. Non c’è stato modo di interagire rispetto a una decisione che mi è stata comunicata come già assunta, senza contare che il capannone è di proprietà statale e che il prefetto Maria Rosaria Laganà agisce in rappresentanza del Governo. Detto questo, cosa mai potevo fare?».

La Prefettura ha assicurato al sindaco che la prossima settimana, verosimilmente a ridosso della fine dei lavori in corso in via Lana, condurrà insieme a lui un sopralluogo, facendo tappa sia al capannone dove sorgerà la struttura temporanea sia al Centro d’accoglienza straordinaria (il Cas di via 25 Aprile, che attualmente accoglie 32 profughi). Un aspetto positivo, per Alberti, però c’è: «Il fatto che la struttura sia gestita dalla nostra Croce Rossa è per me e per la nostra comunità una grande garanzia». E rimarca: «Faremo presente il nostro disagio per una decisione non condivisa ma che accettiamo per spirito di rispetto istituzionale. Non condividere una scelta non significa non rispettarla, dunque così faremo. Di sicuro la nostra attenzione su numeri e situazioni in divenire resterà alta. Nel rispetto delle regole e della nostra comunità».

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