Caso Tintoretto, la Loggia non si arrende ma Rolfi è critico: «Fallimento della Giunta»
Costi lievitati, tempi piuttosto stretti e di conseguenza fondi Pnrr a rischio. L’«Operazione Tintoretto» ruota tutta attorno a quei «giudizi tecnico-giuridici non convergenti» che Palazzo Loggia e Redo Sgr hanno ammesso di avere nei confronti dell’intervento nell’area di San Polo.
«Dopo lunghi mesi di interlocuzioni già settimana scorsa abbiamo deliberato quella che a nostro avviso potrebbe essere la nuova convenzione da sottoscrivere - spiega l’assessora alla Rigenerazione urbana Michela Tiboni -: Adesso dobbiamo capire come Redo intende muoversi».
È però sostanzialmente impossibile uscire con un bando di gara entro la fine dell’anno e rispettare dunque la scadenza che garantirebbe i 17 milioni di euro dal Fondo per le opere indifferibili».
«C’è una divergenza sull’interpretazione giuridica legata alle risorse pubbliche - continua l’assessora -: i nostri avvocati dicono che vanno spese rispettando il codice degli appalti, mentre Redo sostiene che, essendo un soggetto di natura privata, può operare con altre modalità e dunque questo rimane il nodo da sciogliere per poter procedere».Dal giugno 2020, quando l’azienda che si occupa di social housing ha vinto la gara indetta da Aler, molti fattori hanno cambiato il mercato edile (il superbonus 110% su tutti), ma la città rischia davvero di rimanere con una vera e propria voragine da riempire.
«Abbiamo lavorato in maniera serrata con il Ministero per chiarire la situazione e non lasceremo nulla d’intentato, non possiamo però, ad esempio, pensare di ridurre il numero di appartamenti così da limitare i costi dell’operazione, perché i finanziamenti ci sono garantiti solo se raggiungiamo l’obiettivo di costruire 270 alloggi», conclude Tiboni.
La critica
La situazione preoccupa molto anche Fabio Rolfi, decisamente critico con l’operato dell’Amministrazione attuale e di quella precedente. «È una brutta notizia per la città perché non rischiamo di perdere solo 17 milioni, ma anche i 42 del Pinqua (Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare, ndr) - sottolinea -: il danno dunque è significativo. Dispiace dirlo, ma è un fallimento del centrosinistra che nel 2012, quando era all’opposizione, si espresse in maniera contraria rispetto all’abbattimento della torre: poi cambio improvvisamente idea e adesso abbiamo un buco. La responsabilità devono mettersela in carico tutta loro».
L’ex assessore regionale punta poi il dito contro le promesse fatte in campagna elettorale dalla sindaca Laura Castelletti: «Si parlava di ottenere almeno 600 alloggi a edilizia convenzionata in più per i cittadini - precisa Rolfi -: in una botta sola ne perdiamo invece 270 e rimaniamo al palo su una delle opere di rigenerazione urbanistica più importanti per Brescia. Di questo - conclude Rolfi - si deve rendere conto la città».
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