Caso Caffaro, il centrodestra: «Vogliamo sapere perché il Comune non si è costituito parte civile»

L'opposizione presenterà un'interrogazione al prossimo Consiglio comunale. Sulle barricate anche Basta Veleni
INTERROGAZIONE SU CAFFARO
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Il centrodestra vuole vederci chiaro sulle ragioni che hanno portato il Comune di Brescia a non costituirsi parte civile nel processo penale del caso Caffaro. «Che sia stata una scelta politica, oppure una negligenza - afferma Fabio Rolfi - è diritto nostro e di tutti i bresciani comprendere le motivazioni che hanno spinto Castelletti e la Giunta a farsi da parte». L’ex candidato sindaco e le realtà che l’hanno sostenuto durante la corsa alle elezioni del maggio scorso presenteranno perciò un’interrogazione al Consiglio comunale del prossimo 3 luglio. 

Una decisione resa nota dalla maggioranza per mezzo di un comunicato stampa «che nessuno degli amministratori ha firmato: il che dice peraltro già tutto» osserva Fabio Rolfi. 

Nella nota viene spiegato che il Comune, quando è stato fissato il giorno dell’udienza preliminare, ha rinviato «per motivi tecnici e di opportunità» la costituzione di parte civile all’avvio dell’udienza dibattimentale. Una possibilità, questa, venuta meno in seguito alle modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia al processo penale. «Stiamo parlando di una scelta politica, oltretutto non ancora motivata? - si domanda Rolfi -. Oppure siamo davanti a un caso di negligenza e, quindi, per quanto grave andrebbe detto in maniera molto chiara? Sia quel che sia, noi chiediamo risposte certe, perché è stata pregiudicata la possibilità di tutelare l’immagine della città e si dà, al contempo, un messaggio sbagliatissimo: sembra si sminuisca ciò che ha ferito profondamente Brescia». 

Le motivazioni avanzate finora dalla Giunta e comunicate nella nota stampa diffusa nei giorni scorsi lasciano interdetto l’avvocato Massimiliano Battagliola della Civica Rolfi, che tiene a osservare come «il Comune ha avuto diversi mesi di tempo per costituirsi parte civile, così come è stato fatto da tre associazioni ambientaliste. Invece ha preferito rimanere parte offesa». Cosa che «equivale a fare da mero spettatore - spiega l’avvocato Mariachiara Fornasari, consigliere comunale di Fratelli d’Italia - senza possibilità alcuna di interloquire durante il processo».

Anche Basta Veleni contro il Comune: «Siamo sconcertati»

Il fatto che il Comune non si sia costituito parte civile ha fatto salire sulle barricate anche le associazioni ambientaliste del Bresciano, prima fra tutte Basta Veleni, che non ha esitato a equiparare la mancata costituzione dell’ente all'analogo comportamento tenuto alcune settimane fa dal Governo Meloni in relazione al processo sulla Strage di Piazza Loggia. 

Secondo Marino Ruzzenenti e Guido Menapace di Basta Veleni ha dell'incredibile il fatto che «nonostante la Magistratura stessa abbia individuato formalmente parte offesa il Comune di Brescia, insieme al Ministero dell’Ambiente, la Loggia abbia deciso di affidare le motivazioni della propria assenza a un burocratico e asettico comunicato da azzeccagarbugli».

Il «pretesto accampato vent’anni fa», ovvero che si attendeva il rinvio a giudizio, «non può essere fatto valere, perché siamo esattamente al rinvio a giudizio». Eppure quello che era nelle speranze di molti è rimasto tale, perché il Comune «ha perso la sua occasione»

«Siamo sconcertati dal fatto che la decisione sia stata annunciata dopo una campagna elettorale incentrata su temi ambientali e all’indomani della composizione della nuova Giunta, presentata rinvigorita da nuove e potenti energie ecologiste pronte a portare Brescia a diventare capitale green europea» spiegano.

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