«Caro bollette, illegittima la modifica dei contratti»: l’antitrust bacchetta A2A

Istruttorie su sette società, stop agli aumenti per oltre 7 milioni di utenti. Mazzoncini: «Noi corretti»
L'ANTITRUST BACCHETTA A2A
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I contratti non potevano essere modificati, anche se in scadenza. Per questo A2A è finita nel mirino dell’Antitrust che ha avviato sette procedimenti istruttori nei confronti delle principali società fornitrici di energia elettrica e di gas sul mercato libero, che rappresentano circa l’80% del mercato.

Sotto la lente dell’Autorità sono finite le «proposte di rinnovo delle condizioni contrattuali», che sarebbero in contrasto con l’art. 3 del decreto Aiuti bis dello scorso 9 agosto. Articolo che sospende (dal 10 agosto fino al 30 aprile 2023) «l’efficacia sia delle clausole che consentono di modificare il prezzo di fornitura, sia delle relative comunicazioni di preavviso». Ad A2A non viene contestato di aver modificato i prezzi dei contratti in corso. Ma di aver modificato le condizioni economiche dei contratti in scadenza. Per la società una mossa legittima perché non ricompresa nel decreto Aiuti, per l’Antitrust no.

Di certo c’è che la Lega è subito andata all’attacco, chiedendo una presa di posizione da parte dei sindaci di Brescia e Milano, azionisti di controllo di A2A. Da parte sua la società assicura di essersi sempre mossa secondo le norme. «Abbiamo sempre rispettato tutti i contratti con i nostri clienti, anche quando non erano diventati convenienti per noi. Non tutti lo hanno fatto» ha spiegato ieri mattina l’Ad del gruppo Renato Mazzoncini, a margine dell’inaugurazione del depuratore di Concesio.

L’Antitrust

Nel mirino dell’Autorità sono finite Enel, Eni, Hera, Edison, Acea ed Engie, oltre ad A2A. In base ai dati forniti dalle imprese, i consumatori, i condomini e le microimprese interessati dalle comunicazioni di variazione delle condizioni economiche sono 7.546.963, di cui 2.667.127 avrebbero già subito «un ingiustificato aumento di prezzo».

Alle sette società viene contestata la mancata sospensione delle comunicazioni di proposta di modifica unilaterale delle condizioni economiche, inviate prima del 10 agosto 2022 e, in seguito, le proposte di aggiornamento o di rinnovo dei prezzi di fornitura, di carattere peggiorativo. Le imprese dovranno ora sospendere l’applicazione delle nuove condizioni economiche, mantenendo o ripristinando i prezzi praticati prima del 10 agosto 2022. Le nuove istruttorie dell’Antitrust si aggiungono a quelle già avviate nei confronti di Iren, Dolomiti, E.On e Iberdrola.

Commenti

Soddisfatti i consumatori. «L’Antitrust ha accolto tutte le nostre richieste - scrive il Codacons -. Ma non ci basta. Abbiamo deciso di presentare un nuovo esposto a 104 Procure di tutta Italia». All’attacco anche la Lega: «A2A, partecipata dai comuni di Milano e Brescia, innanzitutto deve essere a servizio dei cittadini. Invece abbiamo assistito a comportamenti fuori di ogni logica da parte dei sindaci delle due città lombarde». Ora è arrivata l’istruttoria che coinvolge la società.

«A questo punto - dicono i deputati della Lega Simona Bordonali, Giulio Centemero e Igor Iezzi - torniamo a rivolgere ai sindaci di Milano e Brescia la stessa domanda : come intendano agire a tutela dei cittadini da simili speculazioni?».

In serata è arrivata una nota ufficiale di A2A: «A2A Energia ribadisce di aver onorato tutti i contratti a prezzo fisso sottoscritti con i propri clienti fino alla loro naturale scadenza, consentendo loro un risparmio di circa 520 milioni di euro rispetto ai prezzi del mercato tutelato nei primi 9 mesi del 2022. Anche le proposte di rinnovi contrattuali continua la nota - sono state indirizzate esclusivamente ai clienti con condizioni contrattuali in scadenza. Per le utenze di luce e gas, inoltre, sono state concesse rateizzazioni, in linea con le policy del Gruppo, per un valore 5 volte superiore allo stesso periodo (9 mesi) dell’anno precedente e a 8 volte rispetto al periodo pre-pandemico. A2A Energia, certa di poter dimostrare la correttezza del proprio operato, si riserva di tutelare le proprie ragioni nelle sedi competenti».

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