Caro-bollette, 5 milioni ai Comuni ma per i sindaci non bastano

Da Roma la prima tranche di aiuti, attesa una seconda E altri 2 milioni per minori entrate a causa del Covid
Il arrivo 5 milioni contro il caro bollette - © www.giornaledibrescia.it
Il arrivo 5 milioni contro il caro bollette - © www.giornaledibrescia.it
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A febbraio avevano spento le luci dei municipi o di qualche luogo simbolo del loro Comune. Il caro-bollette non è solo un problema per le famiglie e le imprese. Anche i sindaci devono fare i conti con bollette triplicate. E l’impennata dei prezzi di luce e gas ha infatti messo a dura prova i loro già magri bilanci, con il rischio di dover tagliare i servizi ai cittadini per far quadrare i conti.

L’Anci ha stimato che per tutti gli 8mila comuni italiani i rincari delle bollette porteranno a una maggiore spesa di 550 milioni di euro (su una spesa complessiva di 1,8 miliardi) e ha chiesto di mettere «un argine a uno tsunami che rischia di travolgere crescita e lavoro». Mercoledì è arrivata una prima risposta: 250 milioni di euro stanziati dal Governo (200 per i Comuni, 50 per le Province e le Città Metropolitane) per il «ristoro» del caro bollette. Ai 205 sindaci bresciani arriveranno poco meno di 5 milioni di euro. A Palazzo Broletto 1,5 milioni. Bene, spiegano i primi cittadini, «ma non basta».

La vicenda

La protesta era scattata il 10 febbraio, alle 20: luci spente per un’ora sui momumenti comunali, dalla Loggia (Brescia) a torre Avogadro (Lumezzane), dalla torre del popolo (Palazzolo) alla Santissima (Gussago). In questi mesi le difficoltà si sono moltiplicate: costo dell’illuminazione pubblica alle stelle, il riscaldamento di uffici e scuole diventato un salasso. Una prima stima dei rincari delle utenze comunali parla di 15 milioni di euro.

Ecco perché l’arrivo del contributo statale non può lasciare soddisfatti. «L’arrivo di queste risorse - spiega Gabriele Zanni, sindaco di Palazzolo e presidente dell’Associazione Comuni Bresciani - è sicuramente una buona notizia. Ma si tratta di contributi che non coprono i rincari che abbiamo già dovuto sostenere. E lasciano aperto il problema per i prossimi mesi. Pare che i prezzi possano stabilizzarsi. Ma le difficoltà dei sindaci non sono certo finite. Ripeto, è un aiuto importante. Ma ci aspettiamo di più».

Mercoledì la Conferenza Stato-Città ha approvato il riparto dei 250 milioni. Per il calcolo si è tenuto conto della spesa per le utenze di energia elettrica e gas rilevata tenendo conto dei dati Siope (sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici) dal 2018 al 2021, applivando poi alcuni «correttivi». Il risultato dice che nel Bresciano arriveranno 4 milioni e 912mila euro: si va dai 761 euro di Irma al milione e 93mila euro della città.

Le cifre, però, potrebbero presto raddoppiare. O quasi. Altri 200 milioni (170 ai Comuni e 30 a Città metropolitane e Province) dovrebbero infatti essere suddivisi entro il prossimo 30 giugno, andando a valere sul recente decreto Energia e investimenti. «Speriamo - dice Zanni - i Comuni hanno bisogno di risorse. Si tratta di spesa corrente, quella che serve per pagare i servizi ai cittadini...».

Da Roma sono intanto in arrivo altri 2 milioni. Anci e Ministero hanno infatti trovato l’intesa sul riparto del fondo da 82,5 milioni di euro istituito «al fine di ristorare i comuni delle minori entrate causa Covid», vale a dire l’esenzione delle occupazioni del suolo pubblico dei plateatici di bar e ristoranti nei primi tre mesi dell’anno oltre all’esonero del canone per gli ambulanti. A Loghena arriveranno solo 59 euro, a Sirmione quasi 600mila euro (593.845) mentre il capoluogo porterà a casa poco meno di 318mila euro. Caro-energiaLe risorse del Governo per gli enti locali bresciani

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