Carmine e movida, i residenti: «Il quartiere è diventato un luna park con soli bar»
«Questo è un divertimento ormai abbruttito». Non ne fanno una questione di moralismo, i residenti del Carmine, ma di civiltà: cocaina nei vicoli, urina sui portoni di casa e poi urla fino a tarda notte e, di tanto in tanto, qualche rissa. È al Carmine uno degli epicentri della vita notturna bresciana che non di rado finisce nel mirino delle polemiche. La babele settimanale - spesso definita con l’esotico termine di «movida» - si materializza a partire dal giovedì e si dissolve ogni domenica, in una concentrica serie di giorni della marmotta per gli abitanti del quartiere.
Movida
È intorno alle 23 che lo scenario, nel quadrante via Porta Pile - via Fratelli Bandiera - via Nino Bixio - via delle Battaglie, cambia radicalmente: l’età media degli avventori cala di colpo, i capannelli davanti ai locali si moltiplicano e le strade si riempiono di ragazzi, che sembrano più muoversi a gruppi di dieci che singolarmente. Nulla di più comune in un’Italia unita da Nord a Sud dal divertimento mediterraneo, ma qui dopo la mezzanotte la movida spesso degenera. Le finestre delle vecchie abitazioni del Carmine faticano a reggere l’urto dei decibel che crescono, quasi si riesce a percepire il progressivo aumento del volume col trascorrere dei minuti.
«E adesso è anche poco rispetto al solito, complice il freddo e il maltempo. Da aprile a ottobre non possiamo neanche aprire le finestre, è una bolgia invivibile» racconta un residente. Ad ascoltarle, le voci degli abitanti del Carmine, sembra di sfogliare un’antologia di storie di disagi e di difficoltà. «Abbiamo visto di tutto: ragazzi sniffare cocaina nei vicoli, drogarsi appartati al buio, picchiarsi tra le urla del branco, ubriachi aggirarsi barcollando. Poi la mattina troviamo le porte d’ingresso sporche di urina. Per tre, quattro giorni alla settimana vanno avanti fino alle 3 di notte, è impossibile dormire. Siamo tutti stati giovani e ci fa piacere il divertimento, ma questo non è controllato. Non passa mai una volante della Polizia e comunque gli agenti possono fare ben poco». Gli abitanti non ci stanno, si dicono «demoralizzati» dal contesto e ora vogliono farsi sentire. Per questo motivo un centinaio di loro domani si è dato appuntamento nella sala civica per capire come potersi muovere.

Azioni legali
«Alcuni sono molto agguerriti e si sta pensando di ricorrere ad azioni legali». Proprio recentemente la Corte d'Appello di Torino ha condannato il Comune per il troppo rumore della movida e avvocati residenti al Carmine non hanno mancato di farlo notare come precedente a proprio favore. Ma perché una riunione «autonoma» senza coinvolgere il Consiglio di Quartiere? Stando a quanto riferiscono alcuni abitanti della zona, la recente decisione della Loggia di introdurre le aree pedonali non è stata ben vista «e prima dell’entrata in vigore nessuno di noi è stato mai interpellato dal presidente o dai membri del Consiglio di Quartiere».
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Anzi, in molti credono che la misura non faccia che agevolare gli eccessi della vita notturna: «Siamo d’accordo con la zona a traffico limitato, anche se non c’era una particolare esigenza, ma l’area pedonale liberalizza la gente a stare in strada anche fino a tardi e sta desertificando il quartiere, ormai trasformato in un luna park con soli bar e nessun negozio. E poi non sappiamo più dove parcheggiare, in pochi hanno il passo carraio e tutto è occupato da cantieri. È il colmo dover pagare per tornare a casa propria». Un problema in un calderone di problemi, insomma, e il nodo sarà difficile da sciogliere, anzi rischia di portare lunghi strascichi.
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