Capitolium a prova di sisma: in 70 pronti a intervenire in caso di terremoto

Lunedì ci sarà una maxi esercitazione della Protezione civile con un'ipotesi di sisma magnitudo 4.8 che minaccia la Vittoria Alata
PROTEZIONE CIVILE AL CAPITOLIUM
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Un terremoto di magnitudo 4.8 si abbatte sulla città di Brescia. Il Capitolium trema, i visitatori scappano e i reperti fracassano sul pavimento. Niente paura. Ad allerta scattata arriveranno in settanta, lunedì mattina in via Musei, dove è in programma una maxi esercitazione di Protezione civile per la tutela dei beni culturali.

Una simulazione di salvataggio unica nel suo genere e che farà scuola anche nel resto d’Italia. Troverà dunque applicazione pratica la «Funzione 15» inserita nel nuovo Piano di Protezione Civile di Brescia, che riguarda appunto la tutela del patrimonio artistico e culturale in caso di evento sismico. La nostra città è fra le prime dello Stivale ad occuparsi del tema, mettendo in campo un protocollo d’intervento sul Capitolium che sarà appunto testato nell’esercitazione di lunedì.

Il piano

A mettere a punto il piano di recupero, che ha al centro la statua simbolo di Brescia, la Vittoria Alata, una squadra composta da Fondazione Brescia Musei, Protezione Civile e Settore Monumentale della Loggia, col supporto della Sovrintendenza, della direzione generale della Protezione Civile lombarda, del Ministero della Cultura e dei Vigili del Fuoco.

Attraverso un complesso lavoro di rilevamento e calcolo sono state stabilite priorità e modalità d’intervento sul Capitolium, che saranno messe in atto lunedì da una quarantina di volontari e funzionari che sono stati appositamente formati alla Scuola Superiore Regionale di Protezione Civile. «Uomini e donne che - evidenzia l’assessore di competenza Valter Muchetti - potranno ora operare per la salvaguardia di beni artistici in tutti i luoghi d’Italia eventualmente colpiti da cataclismi».

Lunedì toccherà a loro intervenire in via Musei, dopo il via libera dei Vigili del Fuoco che avranno il compito di accertare la stabilità della struttura. Ovviamente ci si occuperà prima delle persone: dipendenti del museo e visitatori saranno messi in salvo seguendo l’apposito piano di evacuazione. Poi toccherà ai beni, veri protagonisti del test di giornata, che saranno recuperati sulla base di un ordine di priorità studiato dagli esperti: prima andrà messa al riparo la Vittoria Alata, seguita dalle cornici in bronzo e dalle teste in materiale lapideo. Poi tutto il resto.

Le postazioni di ricovero dei beni saranno allestite davanti al colonnato, dove i volontari opereranno - ovviamente - utilizzando delle copie. Le quali, una volta, catalogate e imballate saranno trasportate nel vicino Palazzo Maggi Gambara. Al termine delle operazioni è previsto un debriefing nella sala di comando in Santa Giulia, per fare il punto su cosa ha funzionato e cosa no. Un momento fondamentale per stilare un protocollo d’intervento efficiente, che potrà essere declinato anche su altri monumenti cittadini.

Nel prossimo futuro, infatti, anche la Pinacoteca Tosio Martinengo, la Queriniana e il Museo di Santa Giulia avranno un loro piano d’intervento.

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