Capitale della Cultura, le grandi mostre da non perdere a Brescia

Pitocchetto sacro e profano tra Santa Giulia e Diocesano. La stagione si apre con i big del Rinascimento lombardo
CERUTI, DIETRO LE QUINTE
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Ci ha pensato la mostra Lotto Romanino Moretto Ceruti, curata da Davide Dotti, ad aprire ufficialmente la danza delle grandi esposizioni in calendario nel 2023. La mostra dedicata ai «Campioni della pittura a Brescia e Bergamo» ha inaugurato infatti sabato 21 gennaio, nei giorni dell’opening dell’anno di Capitale della Cultura, proponendo negli spazi di Palazzo Martinengo (in via Musei 30) una selezione di capolavori dei maestri d’arte attivi tra Cinque e Settecento tra le due città.

Organizzata dagli Amici di Palazzo Martinengo e aperta fino all’11 giugno 2023, si compone di oltre 80 opere da collezioni pubbliche e private, conformandosi come una sorta di derby artistico che metterà in dialogo i bergamaschi Moroni, Palma il Vecchio, Cariani, Previtali e Lotto con i bresciani Foppa, Moretto, Romanino, Savoldo, Gambara, ma anche Ceruti, detto Il Pitocchetto.

Accanto all’esposizione principale, altre quattro per approfondire diversi temi: i papi del Novecento e il loro rapporto con gli artisti; la musica a Brescia e Bergamo; le tradizioni gastronomiche; e il lavoro dell’architetto Marcello Piacentini.

Ancora Pitocchetto

Il Pitocchetto non sarà però protagonista solo in quest’occasione. Altre esposizioni lo vedranno sotto i riflettori. Su tutte, Miseria & Nobiltà, Giacomo Ceruti nell’Europa del Settecento, grande monografica a cura di Roberta D’Adda, Francesco Frangi e Alessandro Morandotti, che verrà ospitata al Museo di Santa Giulia dal 14 febbraio al 28 maggio (spostandosi poi al Getty Center di Los Angeles dal 18 luglio) con numerosi prestiti che permetteranno uno sguardo completo sulla pittura della realtà e pauperista in Lombardia. Oltre alla mostra principale, in Santa Giulia anche Immaginario Ceruti. Le stampe nella bottega del pittore, a cura di Francesco Ceretti e Roberta D’Adda, che esporrà stampe e calcografie dell’epoca per indagare la tendenza a trarre suggestioni dai repertori grafici preesistenti, anche per ritrarre la realtà.

  • I tre quadri di Ceruti d'ispirazione per gli spettacoli teatrali
    I tre quadri di Ceruti d'ispirazione per gli spettacoli teatrali
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Accanto a questa antologica, la Pinacoteca Tosio Martinengo proporrà una mostra fotografica originale di David LaChapelle, LaChapelle per Ceruti: anch’essa inaugurerà il 14 febbraio (a cura di Denis Curti, fino al 10 novembre) con un’opera inedita per Brescia ispirata alla produzione di Ceruti. Ad anticipare il palinsesto ci sarà uno spettacolo teatrale: sempre in Pinacoteca Tosio Martinengo, dal 31 gennaio al 5 febbraio andrà in scena «Tre Ritratti», con tre monologhi del drammaturgo Fabrizio Sinisi su regia di Claudio Autelli (a cura del Centro Teatrale Bresciano).

Anche il Museo Diocesano in via Gasparo da Salò dedicherà spazio a Ceruti. Dall’11 marzo al 21 maggio ecco Ceruti sacro e la pittura a Brescia tra Ricci e Tiepolo, curata da Angelo Loda e focalizzata sulle opere di carattere sacro realizzate da Ceruti durante il soggiorno nel Bresciano, introdotte da alcuni dipinti sacri dei principali artisti attivi nel territorio bresciano e bergamasco nei primi anni del Settecento.

Cinquecento

Sansone e Dalila (particolare), l'opera di Romanino in mostra a Palazzo Martinengo
Sansone e Dalila (particolare), l'opera di Romanino in mostra a Palazzo Martinengo

Protagonista dell’autunno sarà invece il Cinquecento bresciano. Brescia Cinquecento. Lo spirito della città è il titolo della mostra curata da Roberta D’Adda, Filippo Piazza ed Enrico Valseriati in Santa Giulia che inaugurerà il 29 settembre portando al pubblico (fino al 7 gennaio 2024). I riflettori, stavolta, saranno puntati su una selezione di capolavori dei maestri della pittura bresciana, a partire dal «Ritratto di Fortunato Martinengo», di Moretto, in prestito dalla National Gallery di Londra, affiancati da oggetti preziosi provenienti dalla città. L’intento dell’esposizione è quello di ribaltare la percezione del Rinascimento nel Nord Italia, allargando lo sguardo alla società, alla cultura e alla spiritualità dell’epoca, e aprendo il percorso ad itinerari cittadini per visitare i luoghi sacri che conservano le opere.

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