Cantoni: «Oltre 200mila euro ai quartieri per Capitale della Cultura»

A un anno dalle elezioni il bilancio di mandato dell’assessore alle politiche abitative tra sfide superate e future
Una veduta panoramica del centro di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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La linea d’azione è stata perentoria: rimettere in forma il patrimonio immobiliare cittadino dedicato all’edilizia residenziale pubblica, alias case popolari. Nei quattro anni di questo mandato bis sotto la guida del sindaco Emilio Del Bono di alloggi ne sono stati riqualificati in tutto 220.

E buona parte dei fondi il Comune è riuscito a conquistarseli aggiundicandosi un bando dopo l’altro, così da co-finanziare progetti altrimenti insostenibili. Perché l’obiettivo non è solo rispondere alla «fame di case», ma «farlo per bene».

A spiegare cosa significa ci pensa Alessandro Cantoni, alla regia dell’Assessorato alle politiche abitative: «Il punto non è solo fornire un alloggio, ma fornire un alloggio come si deve: non a caso uno dei miei primi atti è stato revisionare la convenzione con l’Aler. Questo garantisce oggi di consegnare agli inquilini un appartamento comunale con tutti i requisiti e le conformità, caratteristiche non scontate in passato».

L'assessore Alessandro Cantoni - © www.giornaledibrescia.it
L'assessore Alessandro Cantoni - © www.giornaledibrescia.it

Nelle prossime settimane verranno invece avviate le procedure di gara per altri alloggi da recuperare, dislocati in varie vie cittadine. Anche in questo caso il tesoretto arriva grazie al bando regionale del 2019, nel quale la Loggia si è classificata nelle prime posizioni: i 27 appartamenti hanno così un «fondo» di un milione di euro (999mila per l’esattezza).

«Il progetto - spiega Cantoni - era in avanzato stato di definizione, ma ad aprile con l’attacco hacker è andato perso tutto il materiale redatto senza più possibilità di recuperarlo. Sono state quindi riavviate tutte le attività ed entro la fine dell’anno dovrebbero essere affidati i lavori». Un altro progetto di cui l’assessore va fiero è la realizzazione dell’Agenzia per la casa: «Siamo una delle poche città ad averla istituita e - ricorda - aiuta chi è alla ricerca di un appartamento e chi ha un immobile da affittare, incrociando domanda e offerta».

Dagli obiettivi raggiunti e «spuntati» sul programma di mandato a quelli da raggiungere in questi mesi. Un progetto «chiave» è senza dubbio il recupero dell’ex Arici Sega, un lavoro avviato nei mesi scorsi ma che «sboccerà» nei prossimi. Si tratta di un’operazione che «vale» 8 milioni di euro, di cui 1,6 milioni da autofinanziare. La prospettiva è recuperare i fabbricati storici e l’area in via Lucio Fiorentini, a San Polo, dove «sorgeranno residenze da destinare in parte alla locazione permanente con canone sociale e, in parte, alla locazione con patto di futura vendita, oltre ovviamente a spazi per usi collettivi».

Non solo housing sociale e politiche abitative: l’assessore Cantoni ha anche la delega alla Partecipazione dei cittadini. «Si tratta dell’esperienza senza dubbio più di soddisfazione - sottolinea - perché il lavoro con i Consigli di quartiere è un vero patrimonio sociale e Brescia è una città piena di risorse: dall’attivismo dei cittadini alle associazioni sul territorio».

Proprio per questo il progetto di punta di questo 2022 vede al centro i quartieri, che saranno chiamati a costruire insieme un mosaico di proposte (fondi del Comune alla mano) in vista dell’appuntamento 2023 per Capitale della Cultura. «Questo è finalmente l’anno dei Consigli di quartiere» rimarca Cantoni. In cosa consiste l’iniziativa? Entro l’autunno sarà pubblicato un bando che vede «in palio importanti risorse economiche» (si tratta di oltre 200mila euro).

«Questi fondi serviranno per costruire un circuito parallelo nei quartieri per Brescia Capitale della cultura». I borghi, da soli o insieme alle associazioni territoriali, potranno cioè presentare progetti culturali e aggiudicarsi le risorse per concretizzarli. «L’obiettivo e l’auspicio - conclude l’assessore - è che arrivi una proposta da ogni quartiere».

Altre domande

Assessore, più volte ha ripetuto che questo è l’anno dei Consigli di quartiere: quali le novità?

«Sì, perché si tratta un’esperienza da valorizzare. Siamo riusciti ad assestare alcune questioni: la partecipazione ha creato valore e ha dato un ottimo contributo alla città. Dico che è il loro anno perché possono progettare, da protagonisti, il circuito per Capitale della Cultura. Ma anche perché con le modifiche al regolamento abbiamo alzato il tetto del rimborso che il Comune darà loro per le iniziative: ammontava al 50% della spesa, ora possiamo riconoscere agli organismi l’80%. E questo significa più iniziative, più attività e, quindi, più opportunità».

Qualche progetto in cantiere? Si parlava dell’ex Polveriera...

«C’è l’idea di realizzare lì uno spazio per praticare il Disc golf: l’attività ha molte similitudini con il golf, ma mazze e palline sono sostituiti con il frisbee, mentre al posto delle buche ci sono dei cesti. L’abbiamo già sperimentato nei corsi all’aperto nei parchi e ha riscontrato successo».

La città ha ancora fame di case: come si risponde a questa richiesta costante?

«È vero, la richiesta di alloggi è sempre alta, ma nell’ultimo anno è diminuita: il precedente bando Erp aveva catalizzato oltre mille domande, mentre l’ultimo ha raccolto 251 richieste di indigenti e 382 di non indigenti. Pian piano stiamo rispondendo concretamente: non abbiamo alienato alcun bene immobiliare del Comune, ma stiamo via via recuperando tutto il patrimonio così da ampliare il numero di alloggi a disposizione. A questo si aggiungono le spese per la manutenzione, che ammontano a ben 550mila euro l’anno.

Non si può infatti dimenticare che ben l’80% del patrimonio Erp di tutta la nostra provincia si trova nel capoluogo, che spende non a caso 42 milioni per i servizi sociali. Sarebbe necessario che anche in provincia si ampliasse il numero di alloggi popolari...»

L’operazione Tintoretto è un successo da replicare? Quale futuro per la sua gemella, la torre Cimabue?

«Tintoretto è un’operazione ben riuscita: tra due anni avremo 270 alloggi nuovi destinati all’housing sociale, un ambito su cui puntano tutte le grandi città e che è molto meglio dell’Erp, perché concentrare tutte le fragilità in un unico luogo porta ad alimentare le problematiche. Nei prossimi cinque anni a mio parere bisognerebbe sì mettere mano alla Cimabue: c’è bisogno di un’operazione Tintoretto bis, io replicherei lo stesso percorso, con un bando aperto ad ogni possibilità, in primis la ristrutturazione di tutto punto ma tenendo il mix sociale come obiettivo.

Questo anche per una questione di costi: ormai i tempi e le esigenze sono cambiati. Certo, bisognerebbe in primis recuperare 130 alloggi per gli inquilini, operazione che allargherei anche all’hinterland...»

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